Ericsson chiude, scoppia la protesta

ericssonmarconi.JPGTra le multinazionali per eccellenza nell’Information and Communication Technology, Ericsson-Marconi sta per chiudere il centro di Ricerca e sviluppo di Roma. Destinazione? Ancora sconosciuta. Certo è che è in atto la delocalizzazione dalla capitale, prevedibilmente verso siti low cost dell’Europa orientale, lasciando a Genova l’unico centro Research&Development Ericsson-Marconi in Italia.
Alle proteste dei “300”, ovvero di tutti i dipendenti ricercatori, ingegneri, tecnici specializzati del polo, che rischiano il posto di lavoro, si aggiunge il forte dissenso delle tre università romane, le quali hanno sempre mantenuto un rapporto fecondo con il centro d’eccellenza con sede nel quartiere tuscolano, ad Anagnina.
Infatti, oltre a rappresentare una privazione importante per gli sbocchi occupazionali degli studenti di Ingegneria, il laboratorio – attivo ormai da moltissimi anni – ha prodotto collaborazioni molto fruttuose quali il Coritel, Consorzio di ricerca sulle telecomunicazioni, tra i vari rapporti di collaborazione tecnica e scientifica con le Università della città.
È partita cosi da qualche giorno la petizione su Petition Online, che al momento vede l’adesione di circa 600 tra professori ricercatori, e soprattutto studenti, preoccupati per la carenza sul territorio di centri d’innovazione e sviluppo dell’industria tecnologica.
Tra i primi firmatari ci sono il professor Gianni Orlandi della facoltà di Ingegneria della Sapienza, il professor Silvello Betti per la facoltà di Ingegneria di Tor Vergata e il preside della facoltà di Ingegneria della Terza Università, Franco Gori, assieme al comitato studentesco di Ingegneria che ha srotolato dal balcone della facoltà striscioni contro la precarietà (come si vede nelle foto presenti sullo spazio web “eran300.blogspot.com” – il blog dei lavoratori a rischio occupazione del centro RD Ericsson-Marconi Roma).
Si rivolgono non solo alla direzione del colosso svedese, ma soprattutto alle istituzioni del nostro territorio per il “rilancio del tessuto produttivo e del territorio basato sulla filiera ricerca, trasferimento tecnologico e innovazione come fattori di competitività”.

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