Maturità, ecco chi prepara le tracce

20071025114124__mg_1459.jpgOgni anno si ripete lo stesso enigma: chi sceglie i compiti che vi faranno dannare il prossimo 18 e 19 giugno? Non si tratta di entità astratte, ma di persone in carne ed ossa: esperti che suggeriscono al ministro temi e problemi da farvi sviluppare. Anche se sull’argomento c’è massimo riserbo, la coordinatrice degli Ispettori tecnici del Miur, Katia Petruzzi, ci spiega cosa c’è dietro certe scelte.
C’è chi se lo è chiesto per anni e chi comincia a farsi venire la curiosità solo quando arriva il proprio turno. Qualcuno ci pensa con insistenza, altri si sono interrogati facendo cadere la domanda nel vuoto. Ogni maturando, però, prima o poi inciampa nel desiderio di sapere chi c’è dietro quelle tracce che il giorno dell’esame vi terranno inchiodati al banco per ore e ore.
Si tratta di un mistero senza tempo. Spesso l’immagine ricorrente è di omoni senza volto, che si arrovellano con carta e penna per tirar fuori temi e problemi all’altezza della situazione, magari negli scantinati del Ministero, fino a notte tarda. Ma a parte le fantasie più noir, si tratta di persone in carne ed ossa, esperti di fiducia del ministro, che però devono restare nel più stretto anonimato. Da viale Trastevere, sede del Miur, Katia Petruzzi, coordinatrice degli ispettori tecnici, ci spiega anche quest’anno qualche particolare in più.
Ispettrice, chi c’è dietro le tracce dell’esame di Maturità?
Come sa non possiamo svelare l’identità di chi prepara le prove dell’esame. La legge prevede che sull’argomento viga la massima riservatezza. Quello che le posso dire è che si tratta sempre di esperti del Ministero. Di solito sono persone di fiducia del ministro che lavorano su diverse tracce, le elaborano, fanno ricerche e alla fine, dopo mesi e mesi di lavoro le sottopongono al ministro che a sua volta le sceglie.
Quando iniziano a lavorarci?
Dal momento in cui escono le materie delle seconde prove noi chiediamo alle scuole di inviarci i programmi che svolgeranno fino alla fine dell’anno. Da quel momento prende il via la preparazione delle tracce. Ma spesso le scuole ci mandano programmi gonfiati e poi si lamentano delle prove ministeriali che non corrispondono a quello che loro hanno realmente svolto in classe. Quindi consiglio vivamente ai professori di essere leali quando ci inviano queste informazioni, in fondo ne va dell’esame dei loro alunni.
Il ministro è appena cambiato. Sarà il nuovo ad approvare le tracce o l’ha già fatto il vecchio ministro?
Mi dispiace ma questo proprio non posso dirglielo.
Le persone che preparano le prove però sono sempre le stesse?
Come le dicevo si tratta di tecnici, che quindi non hanno nulla a che fare con le logiche della politica. Perciò in questo non c’è stato nessun cambiamento rispetto al passato.
Come sempre gli studenti hanno iniziato con il totema. Quest’anno si parla di Calvino, Svevo e Diritti Umani, ma ci vanno più cauti del solito visto che lo scorso anno sono rimasti spiazzati da Dante…
È bene che si divertano e sdrammatizzino la prova giocando con queste cose. Fanno i loro calcoli, pensano che se sono anni che non si danno prove su un autore, debba per forza capitare questa volta. Poi pensano agli anniversari e a tutte le concomitanze con eventi e personaggi. È interessante vedere che tipo di collegamenti mettono in moto.
Cos’è che determina la scelta della prima prova?
La normativa spiega dettagliatamente i criteri con cui redigere la prova di Italiano. Di solito il dibattito socio-culturale in atto nel Paese ispira il tema di ordine generale. Quello di storia invece riguarda gli argomenti trattati nell’ultimo anno.
Nonostante i rimedi adottati dal ministro Fioroni, anche lo scorso anno le tracce erano online poco dopo l’inizio dell’esame. Come si spiega questa “fuga di notizie”?
Sì, lo scorso anno ci sono controlli ancora più rigorosi, perché il ministro era accanito soprattutto contro l’uso dei cellulari in classe. Comunque adottiamo sempre misure piuttosto restrittive. Oltre a far depositare ai ragazzi i telefonini, tutti i computer della scuola vengono disconnessi dalla Rete. Sinceramente non saprei dire cosa accade. Ci sarà qualcuno che fa una telefonata, non necessariamente uno studente. Però non si può parlare di fuga di notizie, perché dal momento in cui si aprono le buste, le tracce diventano pubbliche, anche se riservate. Noi le comunichiamo all’esterno solo dopo tre ore dall’inizio della prova.
Lei è la memoria storica dell’esame di Maturità, cosa è cambiato negli anni?
L’esame ha sempre rappresentato una tappa importante della formazione scolastica degli studenti italiani. Le novità delle scorso anno gli hanno restituito una serietà che stava perdendo. La commissione solo interna, infatti, aveva creato molta diffidenza da parte delle università che non consideravano più il voto della Maturità nel punteggio per l’accesso ai corsi di laurea a numero chiuso. Era una svolta che ci voleva.
Quale consiglio darebbe ai commissari esterni in trasferta?
Di fare molta attenzione alla carriera scolastica degli studenti, perché da questa, insieme al voto dell’esame, dipenderà l’accesso ai corsi a numero chiuso. Un recente decreto crea infatti un collegamento molto stretto tra scuola e università. Attenzione quindi al rendimento durante le prove, sia scritte che orali, ma non perdere d’occhio l’intero iter dei ragazzi.

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  1. Se sono dei così mirabili esperti a preparare le traccie degli esami di maturità perché immancabilmente tali traccie contengono errori grossolani ed imprecisioni?

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