Condannati due prof: il concorso era pilotato

tribunale.jpgUn concorso pilotato che non ha permesso ai candidati di essere legittimamente valutati. Ancora un caso di mala università che torna agli onori della cronaca. Questa volta la notizia arriva per effetto della sentenza della corte di appello di Firenze che ieri ha condannato a un anno di reclusione per abuso d’ufficio due professori ordinari, Walter Leszl dell’università di Firenze, e Fernanda Caizzi Decleva della Statale di Milano (moglie del rettore dell’ateneo, nonché presidente della Crui).
I giudici hanno ritenuto di raddoppiare la condanna a 6 mesi richiesta dal procuratore generale Eva Celotti, ribaltando il giudizio del tribunale di Siena che il 20 novembre 2007 aveva ritenuto di non poter esprimersi sulle valutazioni espresse dalla commissione di concorso e perciò aveva assolto i due docenti e la presidente di commissione, la professoressa Margherita Isnardi della Sapienza di Roma, deceduta pochi mesi fa.
Ma qual è l’oggetto sotto inchiesta? Si tratta del concorso universitario per un posto di professore associato di storia della filosofia antica che si svolse il 30 agosto 2001 a Siena. L’intero processo ruota intorno ad una lettera che il professor Leszl inviò il 3 agosto 2002 alla collega Gisela Striker di Harvard denunciando il sistema di cooptazione dell’università italiana, ma difendendo, nonostante tutto, l’accordo per non far avanzare di carriera la professoressa Antonina Alberti, bocciata poi al concorso e parte civile nel processo, che i giudici hanno stabilito dover essere risarcita dai due condannati.
La lettera del professor Leslz è pubblicata anche nel libro “Processo all’università” di Cristina Zagaria, che si occupa anche del caso della professoressa Alberti.

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  1. Apprendo adesso questa sorprendente notizia; ho sostenuto un esame di Storia della Filosofia antica con la Prof. Caizzi durante il mio percorso universitario, mi è sembrata una persona molto gentile, attenta e rigorosa. Mi dispiace che tutto ciò sia accuduto, ma forse è arrivato il momento di introdurre nel sistema universitario un’etica del merito (non solo professionale ma anche umana).

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