Una mattinata al Miur, il Ministero senza Urp

miur.jpgAvete partecipato a un concorso universitario per un posto da ricercatore e non lo avete superato? In base alla legge 241 del 1990 – quella sulla trasparenza degli atti della Pubblica Amministrazione – avete diritto ad avere copia di tutta la documentazione riguardante la vostra prova e potete anche visionare gli elaborati degli altri concorrenti (compreso quello del vincitore). E poi decidere autonomamente se ritenete che ci siano gli estremi per fare ricorso. Lo dice la legge.
Già, ma qual è l’iter da seguire? I concorsi universitari vengono banditi direttamente dal rettore di ciascuna università che all’inizio di ogni anno accademico, previa delibera del Senato Accademico ed acquisito il parere favorevole del C.d.A, per gli aspetti economico-finanziari, ove sussistano, tenuto conto della programmazione didattica e delle motivate richieste delle facoltà, stabilisce, con proprio decreto ed anno per anno, quali e quanti siano i posti cui provvedere con le procedure previste dalla legge 3.7.1998, n. 210. Il Ministero di Istruzione, Università e Ricerca accerta che ci sia la copertura finanziaria e mette in moto la “macchina” vera e propria del concorso (pardon: “valutazione comparativa”).
Tutta la documentazione del concorso, al momento della sua conclusione con la nomina del vincitore da parte della commissione, viene inviata al Cun (Consiglio Universitario Nazionale) che “esprime il parere di legittimità sugli atti delle commissioni nelle procedure preordinate al reclutamento” dei professori ordinari, degli associati e dei ricercatori.
La pubblicità dei concorsi viene garantita attraverso la pubblicazione dei bandi sulla Gazzetta Ufficiale ma anche sul Internet: sia direttamente sui siti delle università che li bandiscono, sia su un apposito spazio web del Miur gestito in collaborazione col Cineca (https://reclutamento.miur.it).
Non è molto chiaro, invece, a chi bisogna rivolgersi in caso di contestazioni. O meglio: non tutti gli atenei che bandiscono i concorsi esplicitano le modalità con cui i non vincitori possono accedere agli atti, esercitando il loro diritto derivante da un interesse legittimo. Una cosa è certa: andare al Ministero a chiedere delucidazioni si rivelerà una perdita di tempo. Possiamo dirlo con cognizione di causa, perché ci siamo messi nei panni di un ricercatore “escluso” e siamo andati a Piazzale Kennedy a chiedere informazioni. Ecco cosa è venuto fuori.
Una mattina di metà gennaio, un giovedì. Piove, fa freddo. Il palazzo dove ha sede il Miur appare come un enorme cubo bianco: placido, silenzioso, ovattato. Entriamo. Alla guardiola chiediamo dell’Urp (Ufficio Relazioni con il Pubblico) e subito riceviamo una risposta stupita dal nostro interlocutore al di là del vetro: “Ah, veramente… non è operativo al momento… ma lei cosa cercava di preciso?”. Eppure sul sito del Ministero si faceva riferimento a un Urp aperto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 16 proprio lì. Strano. Ad ogni modo ci indirizzano all’Ufficio Comunicazione, quarto piano stanza 93. Siamo dentro. L’ascensore sale veloce. Il dedalo di corridoi per arrivare a destinazione mette a dura prova il senso dell’orientamento. Non siamo fortunati: la persona che ci avevano indicato non c’è. Una sua gentile collega prende a cuore il nostro caso e ci accompagna nei paraggi per chiedere numi. Una telefonata interna e ci indirizzano alla Direzione Generale per l’Università che dovrebbe saperne qualcosa in più: “Primo piano, stanza 117… ma ora come fa ad arrivare? Qui è un labirinto, a volte ci perdiamo anche noi…”. Effettivamente l’itinerario non è dei più agevoli: a dir poco tortuoso. Corridoi su corridoi, scale, vetrate, porte chiuse che danno su anticamere che finiscono nelle scale: sembra di stare in un creazione partorita dalla fervida mente di Escher. Ad ogni modo riusciamo, dopo qualche peripezia, ad arrivare all’agognata mèta. I tre addetti alla segreteria presenti nella stanza molto gentilmente fanno presente che loro non dispongono delle informazioni che stiamo cercando ma che posso rivolgermi al secondo piano, stanza 48 per parlare con chi di dovere. Gambe in spalla facciamo le scale che – a differenza dei corridoi e delle stanze dove la temperatura è più che primaverile – sono piuttosto fredde e umide (e anche gli intonaci sembrano risentirne).
Il secondo piano è una sorpresa: ancora più silenzioso degli altri, con un corridoio principale che forma un arco parabolico di cui non si scorge la fine. La persona che ci hanno indicato è presente, però non ha buone notizie per noi: “I concorsi li bandiscono le università: quindi deve rivolgersi al rettore dell’università che ha bandito, che è il responsabile della regolarità degli atti di ciascuna valutazione comparativa”. Incalziamo: “Quindi né voi come Ministero né il Cun (che certifica la regolarità degli atti del concorso) – avete possibilità di produrre copia delle documentazioni relative ai concorsi banditi dalle università?”. Risposta lapidaria: “Noi qui non abbiamo niente”.
Guadagnare l’uscita si rivela più facile del previsto, ma prima di scendere facciamo un giro di ricognizione di tutto il piano. Con un po’ di stupore notiamo che un’intera ala – pressoché deserta – è destinata agli uffici del Cun (che ha sede proprio presso il Miur): stanze su stanze completamente vuote. Dalla data del suo insediamento – 24 gennaio 2007 – l’Organo presieduto dal professor Andrea Lenzi ha tenuto 35 sessioni: 13 nel 2007, 18 nel 2008 e 2 nel primo mese del 2009. Calcolando una media di due giornate per sessione si arriva a 70 giornate. Quindi nei restanti 660 giorni gli uffici del Cun siti in un’intera ala del Ministero sono stati proprio come quella mattina: vuoti.
L’unico modo per avere informazioni sui concorsi è, dunque, quella di rivolgersi al rettore dell’università che ha bandito la procedura di “valutazione comparativa”. Non tutti gli atenei però, in barba alla tanto sbandierata trasparenza, dicono chiaramente come fare per esercitare il diritto di accesso agli atti della Pubblica Amministrazione in base alla normativa vigente. Ma non bisogna perdersi d’animo: ora almeno sapete che, rivolgendovi direttamente al rettore che ha bandito il concorso, avrete tutta la documentazione relativa alle diverse fasi della procedura di valutazione comparativa.

Manuel Massimo

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Settimana politica nell'ateneo di Torino

Next Article

Neolaureati "tecnologici" in Accenture

Related Posts