Febbre suina, Italia in allerta

mascherina.jpg«La febbre suina arriverà prima o poi anche in Italia, ma non sarà una tragedia. E il nostro Paese sarà favorito se riusciremo a ritardare il più possibile l’arrivo del primo contagio». Lo ha detto stamattina a Roma Pietro Crovari, docente di Igiene generale e applicata all’Università di Genova ed esperto di influenza, a margine del convegno ‘Vaccini: miti e leggende’. Il primo caso sospetto nel nostro Paese, intanto, si era già manifestato a Venezia nella tarda serata di ieri. Inutile negarlo: gli oltre 100 morti accertati in Messico stanno a significare che il rischio di contagio è alto e, per scongiurare la pandemia, l’influenza va diagnosticata e curata per tempo.
«Si tratta di un evento senz’altro inconsueto – ha sottolineato Crovari – degno della massima attenzione per la facilità e l’ampiezza di contagio osservate a Città del Messico. Ma non bisogna dimenticare che quelle zone presentano condizioni molto favorevoli alla trasmissione del virus soprattutto dal punto di vista climatico. Si tratta, comunque, di un’influenza normale e non parlerei di possibile pandemia in quanto si tratta di un virus che non è nuovo: questo H1N1 è infatti l’erede del primo isolato nel 1933. Rientra dunque in un gruppo noto, magari mutato, diverso, ma non completamente nuovo».
Quanto alla diffusione del virus in Messico soprattutto fra persone giovani, Crovari evidenzia: «Il fatto di aver osservato molti casi nella fascia 18-40 anni potrebbe essere spiegato considerando che si tratta di fasce popolazione che non vengono vaccinate contro l’influenza al contrario di bambini e anziani. Ma ancora non è possibile mettere insieme tutti i tasselli di questa vicenda».
Caso sospetto a Venezia. Una donna di 31 anni originaria del Veneto orientale è ricoverata in Malattie infettive all’ospedale di Venezia per sospetta influenza suina. Lo comunica l’Ulss 12 di Venezia. Le sue condizioni sono giudicate buone e non è in pericolo di vita. L’allarme è scattato nella tarda serata di domenica, quando la signora, con febbre molto alta, ha chiamato il 118. Quando la donna ha detto di essere appena rientrata da San Diego, in California – zona nella quale si sono verificati alcuni casi di influenza suina – è scattato il protocollo di misure precauzionali. È stata trasportata all’ospedale di Venezia e ricoverata in isolamento. Un campione di sangue è stato inviato all’Università di Padova per essere sottoposto a un test molto veloce capace di riconoscere in breve tempo l’eventuale ceppo del virus dell’influenza suina A-H1N1.
Mascherina anti-contagio. La probabilità di essere protetti da virus respiratori, dal virus dell’influenza suina, all’aviaria fino al comune raffreddore, è quattro volte maggiore nei soggetti che indossano la mascherina. È quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori dell’università del Nuovo Galles del sud a Sydney, descritta in gennaio nella rivista Usa ‘Emerging Infectious Diseases’. La sperimentazione è stata condotta su oltre 280 adulti in 143 famiglie di Sydney durante la stagione invernale del 2006/07. A una parte degli adulti sono state distribuite le mascherine quando erano esposti a un bambino malato in casa. Per coloro che le hanno indossate la probabilità di essere protetti da virus respiratori è risultata quattro volte maggiore rispetto a chi non la indossava.

Manuel Massimo

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