Tesi, la filosofia del copia-e-incolla

copia-e-incolla.jpgCon le nuove tecnologie è più facile reperire materiale per la propria tesi di laurea. Ma con la stessa facilità è possibile copiarlo integralmente, “acquisirlo” e spacciarlo per farina del proprio sacco. Per questo la notizia che in una tesi su due, almeno il 5 per cento del testo è la fotocopia di un documento già pubblicato non vi sconvolgerà più di tanto. Lo riferisce il quotidiano ‘La Stampa’ che riporta i calcoli dei ricercatori francesi di Six Degres, società che ha sede a Savoia e che mediante Compilatio, un software capace di passare al setaccio qualsiasi testo e individuare le parti copiate, ha scoperto universitari ‘copioni’ in Italia, Francia, Spagna e Germania.
E il record spetta all’Italia. In Francia, Spagna e Germania i ricercatori di Six Degres hanno lavorato con la collaborazione di istituti e università, mentre in Italia hanno dovuto fare da soli. E, passate al setaccio quasi duemila tesi inserite nei database degli atenei, i ricercatori hanno scoperto che in una tesi su due, almeno il 5 per cento del testo è la fotocopia di un documento già pubblicato. Nel 25 per cento dei casi la parte di testo ‘plagiata’ oltrepassa il 10 per cento. Il saccheggio avviene per lo più con un copia-e-incolla da internet.
Non si tratta di citazioni tra virgolette attribuite agli autori, ma spiega a ‘La Stampa’ Elena Cavallero, ricercatrice che ha coordinato la parte italiana del test: “Sono idee e concetti di persone terze presentati come propri. O di frasi ricopiate parola per parola”.
I più ‘copioni’ secondo i dati di Compilatio sono gli studenti delle facoltà di Medicina, dove il 70% delle tesi contiene una robusta dose di testo copiato. A Economia il 65 per cento delle tesi risulta con parti copiate, mentre ad Agraria il 53 per cento, seguito dal 50 per cento di Giurisprudenza. A Ingegneria il 40 per cento delle tesi risulta con parti copiate, a Lettere e Filosofia il 30 per cento e il 25 per cento a Scienze Naturali.

Manuel Massimo

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