Il Miur rilancia l'istruzione tecnica

istruzionetecnica.gifChe il settore avesse bisogno di essere svecchiato era sotto gli occhi di tutti: l’ultimo riordino dell’istruzione tecnica e professionale risaliva addirittura al 1931. Questa mattina, dopo 78 anni, il Consiglio dei Ministri ha approvato due Regolamenti che riformano gli istituti tecnici e i professionali. Le norme introdotte riorganizzano e potenziano questi istituti a partire dall’anno scolastico 2010-2011 come scuole dell’innovazione. Il processo di riforma della Scuola Secondaria, dunque, comincia da qui.
“Il rilancio della cultura tecnica e professionale – ha affermato il ministro di Istruzione, Università e Ricerca Mariastella Gelmini – è la migliore risposta della scuola alla crisi, perché favorisce la formazione del capitale umano necessario per il rilancio del made in Italy e perché consente una pluralità di scelte formative integrate con la formazione professionale regionale, in contrasto con i rischi di dispersione scolastica”.
Insomma: “I nuovi regolamenti vanno in continuità con il già annunciato scopo di rilanciare e potenziare la formazione tecnica e professionale – ha ribadito il ministro – che ha già dato importanti risultati come un aumento del numero degli iscritti già per il prossimo anno, soprattutto nelle regioni con maggiore presenza industriale”.
Peraltro – come dimostrano recenti indagini – esiste una domanda di tecnici che è esattamente il doppio dell’offerta (300.000 tecnici richiesti dalle imprese contro i 140.000 attualmente offerti). Dunque, la Gelmini sulla scorta di questi dati ha affermato che: “Iscriversi ai nuovi istituti tecnici e professionali consentirà ai giovani maggiori opportunità occupazionali e una riduzione dei tempi di transizione tra scuola, formazione e lavoro”. Un trend, quello del settore tecnico-scientifico, che è in costante crescita anche in ambito universitario: perché le matricole guardano soprattutto agli sbocchi occupazionali.

Manuel Massimo

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