Ucbm, collirio anti-glaucoma da Nobel

collirio.jpgUno speciale collirio, messo a punto da ricercatori italiani, potrebbe divenire la nuova cura contro il glaucoma, considerato oggi la causa principale di cecità nei Paesi industrializzati. I risultati dello studio condotto da un gruppo di oculisti dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, in collaborazione con l’Istituto di Neurobiologia del CNR, l’Università di Roma Tor Vergata, le Fondazioni EBRI e G.B. Bietti, e con la supervisione del Premio Nobel Rita Levi Montalcini, è stato pubblicato questa settimana sulla prestigiosa rivista dell’Accademia Americana delle Scienze, Proceedings of the National Academy of Sciences of the USA (PNAS).
Lo studio, condotto prima su modello animale e successivamente su tre pazienti con glaucoma avanzato, fornisce le prime evidenze che il Fattore di Crescita Nervoso (Nerve Growth Factor – NGF), scoperto negli anni cinquanta dal Premio Nobel Levi Montalcini, somministrato in gocce sulla superficie oculare, previene i danni e migliora la funzione della retina e del nervo ottico provocati dal glaucoma.
La sperimentazione effettuata sui tre pazienti ha mostrato miglioramenti duraturi delle funzioni del nervo ottico, con potenziamento del campo visivo e della vista. Per arrivare tuttavia all’applicazione clinica del nuovo collirio saranno ancora necessarie: la produzione di rhNGF (Fattore di Crescita Nervoso sintetico), la sua approvazione e una sperimentazione clinica su un ampio campione di pazienti per confermare i risultati dello studio pilota.
Il Fattore di Crescita Nervoso (Nerve Growth Factor – NGF) è una neurotrofina espressa fisiologicamente in diversi tessuti del corpo umano. Ha effetti protettivi e rigenerativi sui neuroni del sistema nervoso centrale e periferico. In anni recenti il suo uso ha sollevato molto interesse in vista di nuovi approcci terapeutici contro fenomeni degenerativi in ambito neurologico, come ad esempio Parkinson e Alzheimer. Studi preliminari hanno mostrato che l’iniezione transcranica di NGF procura benefici in pazienti affetti da queste due malattie. Nella successiva ricerca di un metodo di somministrazione meno invasivo si è tuttavia osservato che l’NGF è in grado di raggiungere il cervello anche se somministrato attraverso la superficie oculare o la mucosa nasale. Anche in questo ambito il gruppo di ricercatori dell’Università Campus Bio-Medico di Roma è impegnato ad approfondire le possibili applicazioni terapeutiche dell’NGF in studi condotti in collaborazione con il CNR e la Fondazione EBRI.

Manuel Massimo

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