L’inaugurazione dell’anno accademico della Sapienza è stata l’occasione ghiotta per il rettore Luigi Frati per fare una relazione denuncia sullo stato di salute dell’università. Partiamo ovviamente dal ddl di riforma voluto dal ministro Gelmini.
Il magnifico si è detto favorevole al nuovo disegno di legge, vedendo nelle parole merito e valutazione la vera svolta positiva per gli atenei italiani che saranno “obbligati ad analizzare i propri comportamenti e i risultati conseguiti”. Frati è in sostanza convinto dell’opportunità di questo processo di valutazione e di assegnazione delle risorse sui risultati raggiunti, anche se ne resta critico sul metodo.
Alla Sapienza intanto c’è già un grande fermento per anticipare i tempi della riforma. “Abbiamo chiuso il 18% dei Corsi di Laurea, accompagneremo i fuori corso alla conclusione degli studi con azioni di tutoraggio, accorperemo i Corsi di Laurea di una stessa classe quando i dati di produttività ne dimostrino l’inefficienza, introdurremo progress test per valutare il grado di preparazione degli studenti, incentiveremo lo sbocco occupazionale dei nostri iscritti e l’esenzione dalle tasse sarà garantita ai più meritevoli”.
E ancora il rettore spiega che sulla governance è prevista una vera semplificazione del sistema di potere con l’abolizione degli atenei federati e una riduzione di Facoltà e Dipartimenti.
Frati chiarisce: “quando avremo dimezzato le Facoltà, diminuito del 60% i Dipartimenti, azzerato i fondi di rappresentanza, soppresso i Corsi di Laurea a bassa numerosità, adottato un codice etico-deontologico, fatti giudicare all’esterno i progetti di ricerca, cos’altro si potrà fare con la Regione Lazio che pensa di far finanziare la sanità all’università?” Con i tagli previsti a partire dal prossimo anno saremo costretti a chiedere al Governo la nomina di un Commissario, certi comunque di aver fatto tutto quanto nell’interesse degli studenti e della società e soprattutto con la coscienza a posto”.
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