Cnvsu, ecco i corsi senza studenti

A otto anni dalla riforma l’Università fatica a decollare: troppi buchi da coprire e troppi corsi da riempiere. Sono infatti circa 369, il 10,7% del totale, i corsi di studio attivati con meno di 10 immatricolati, ma 250 di questi sono ad accesso programmato a livello nazionale. È quanto emerge dal decimo Rapporto sullo stato del Sistema universitario presentato oggi a Roma nella sede del Cnr dal Comitato nazionale per la valutazione del Sistema Universitario (Cnvsu), presieduto da Luigi Biggeri.

La “polverizzazione territoriale” già da tempo iniziata, avverte il rapporto, è ancora consistente, ma si avvertono segnali di inversione: nel 2003/04 erano 217 i comuni sede di un corso universitario, mentre se ne contavano 242 nel 2008/09, invece nell’ultimo anno accademico considerato (il 2009/10) se ne contano 225. Di questi ultimi, 57 sono anche sede di un’università, statale o non statale (comprese le università telematiche).

Oltre al numero elevato di corsi di laurea attivi, evidenzia il Cnvsu, cresce in modo rilevante il numero di insegnamenti attivi, passati dai 116mila dell’anno accademico 2001/02 ai 180mila dell’anno accademico 2006/07, con una leggera diminuzione, 171mila, nel 2007/08.

Da notare che la percentuale di insegnamenti ai quali sono attribuiti fino a 4 crediti formativi si è mantenuta stabile intorno al 40%. L’aumento del numero dei corsi di studio, dei corsi con pochi studenti e degli insegnamenti è, verosimilmente, collegato alla diffusione delle sedi decentrate. Dall’analisi dell’offerta formativa 2009/10 si avvertono, comunque, segnali di un’inversione di tendenza.

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