“Non potevamo più attendere un aiuto che non sarebbe mai arrivato perché siamo invisibili, non esistiamo per le autorità di questo paese”. A parlare è un migrante del territorio calabrese, area sensibile al tema immigrazione dove ogni mese sbarca un numero elevato di chi spera di poter rinnovare la propria vita. La necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica ai bisogni legislativi dei milioni d’immigrati che lavorano in Italia ha portato anche qui l’iniziativa “Una giornata senza di noi” che si svolgerà il primo marzo in tutta Italia e in Europa. L’idea nasce in Francia:“La journée sans immigrés: 24h sans nous” ed il quesito che si sono posti gli organizzatori e che ora pongono a tutti noi chiede: cosa succederebbe se un giorno gli immigrati fermassero il loro lavoro? È quello che accadrà nel giorno dedicato all’iniziativa quando, in segno di protesta, milioni di stranieri incroceranno le braccia per una mobilitazione generale che faccia sentire la necessità urgente di opportuni provvedimenti che diano dignità ad una parte della popolazione che convive con noi. Giallo è il colore “bandiera” dell’iniziativa perché estraneo a qualsiasi valenza ideologica e simbolo di cambiamento; autoctoni ed immigrati uniti in una manifestazione di “assenza” per richiamare la “presenza” di chi lavora nell’invisibilità sociale e legislativa. L’iniziativa si fa ancora più importante visti i dati dell’istituto di statistica SWG che attraverso lo studio Io e gli altri: i giovani italiani nel vortice dei cambiamenti ha suddiviso in tre “clan” i ragazzi che hanno manifestato maggiore ostilità, negli atteggiamenti come nelle convinzioni: i Romeno-rom-albanese fobici (il 15,3 dei giovani), gli xenofobi per elezione (il 19,8) e, appunto, gli improntati al razzismo. Le stesse Nazioni Unite richiamano l’Italia con un rapporto di raccomandazioni di ben 92 appunti su diversi aspetti del sistema sociale nazionale tra cui il recente reato di clandestinità. Un invito a contrastare con maggior rigore ogni forma di discriminazione a favore di politiche di integrazione socio-economiche e culturali. Ma non è solo la data del primo marzo ad essere sensibile al tema delle discriminazioni, la cittadinanza attiva si farà sentire ancora in altri appuntamenti: il 6 marzo a Milano il No-Razzismo Day e il 13 marzo a Reggio Calabria il No-Mafia Day. Questi eventi dimostrano come la solidarietà fa ancora parte del nostro paese e deve riaffermarsi come punto saldo della società perché è quel valore a renderci parte della natura umana tutta: “Tutti gli uomini sono presi in una rete inestricabile di reciprocità. Sono legati dal tessuto di un destino unitario. Ciò che riguarda uno, coinvolge tutti. Io non ce la faccio a diventare ciò che dovrei essere finché voi non siete quel che dovete essere.” (M. L. King)
Giuliano Levato
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