Under 30: cresce il tasso di disoccupazione

Il tasso di disoccupazione complessivo dei laureati sotto i 30 anni è passato dal 7% del 2008 al 10,8% nel 2009 e nel 2009 un neolaureato su cinque (20%) non ha trovato lavoro. Sono questi alcuni dei dati che emergono dalla ricerca presentata «Il lavoro dei laureati in tempo di crisi» promossa da Camera di Commercio di Milano e Unioncamere Lombardia e realizzata da Formaper.

Il tasso di disoccupazione complessivo dei laureati sotto i 30 anni è passato dal 7% del 2008 al 10,8% nel 2009 e nel 2009 un neolaureato su cinque (20%) non ha trovato lavoro. Sono questi alcuni dei dati che emergono dalla ricerca presentata «Il lavoro dei laureati in tempo di crisi» promossa da Camera di Commercio di Milano e Unioncamere Lombardia e realizzata da Formaper.
Lo studio prende in esame i percorsi occupazionali del biennio 2007-2009 dei laureati in Lombardia negli anni 2006-2008. Tra chi ha trovato lavoro, solo in un caso su quattro si è trattato di una forma di lavoro stabile. Complessivamente in oltre un caso su tre (36%) l’inserimento è avvenuto con attività non dipendenti e quindi con basso livello di tutela. E l’instabilità è sessista, colpisce le donne più degli uomini con il 70% degli inserimenti femminili contro il 56% maschile, anche se queste fanno meglio negli studi (sono il 55,7% dei laureati in regione).
I redditi, nel caso dei contratti a tempo determinato e indeterminato, hanno un punto di massimo relativo nella fascia di reddito tra 1251 euro e 1500 euro, mentre per i laureati con contratto di collaborazione in Lombardia il compenso è compreso tra 500 e 750 euro e i tirocini entro i 500 euro mensili.
Lo studio analizza anche in che modo le diverse lauree ‘fruttanò sul mercato del lavoro. Sul totale dei laureati nel 2008 le percentuali di avviati più alte si registrano per i vari indirizzi di ingegneria (in media intorno al 70%), farmacia (77,4%), informatica (70,5%) e matematica (71,1%), i vari indirizzi economici (intorno al 70%) e professioni infermieristiche e dell’assistenza sanitaria (83%). Le lauree più difficili per trovare lavoro sono invece quelle in medicina (il 58,9% dei laureati nel 2008 risulta disoccupato, ma una parte di questi stanno ancora studiando), in veterinaria (44,7%) e in giurisprudenza (il 40,4% non occupato). E se i laureati in ingegneria e informatica hanno goduto in media di contratti più stabili e con maggiori tutele, il lavoro autonomo ha riguardato soprattutto odontoiatri (87,7%), veterinari (53,8%) e architetti (42,8%).
Il settore più recettivo di nuovi laureati lombardi, secondo lo studio, è il terziario che dà lavoro al 72% dei laureati è stato assunto nel terziario tra servizi alla persona e alle imprese, cui si aggiunge un 12,7% inserito nei settori del commercio, trasporti e turismo e un 13% nell’industria. La Pubblica Amministrazione in senso stretto ha assorbito l’1,8% dei laureati. Per il 27% sono stati inseriti in grandi imprese con più di 250 imprese (soprattutto industria, credito, sanità a agenzie interinali), e il 16,2% in microimprese, con meno di 9 addetti, soprattutto pubblicità, agenzie di viaggio, attività ricreative e culturali.

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