La longevità è nei geni

Che il nostro destino fosse in parte scritto nel Dna si sapeva ma ora, grazie a una scoperta del Cnr di Milano, si potrà capire chi ha maggiori possibilità di lunga vita

Che il nostro destino fosse in parte scritto nel Dna si sapeva ma ora, grazie a una scoperta del Cnr di Milano, si potrà capire chi ha maggiori possibilità di lunga vita, tanto da toccare, o superare, la soglia dei cento anni. La longevità è infatti una “questione di geni”.
 A rivelarlo è uno studio pubblicato su «Science» realizzato dall’Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche di Milano (Itb-Cnr), nell’ambito di una collaborazione con la Boston University e con il contributo finanziario del Polo scientifico del gruppo MultiMedica.
 I risultati sono stati pubblicati dopo oltre dieci anni di analisi e l’èquipe è stata coordinata da Thomas Perls della Boston University. «Paola Sebastiani della Boston university ha analizzato le variazioni geniche di circa mille individui americani tra i 95 e 119 anni -spiega Annibale Puca, autore delle studio e ricercatore dell’Itb-Cnr – identificando 150 varianti che, se analizzate simultaneamente con un modello di calcolo innovativo, possono predire se un individuo raggiungerà i cento anni con una precisione dell’80% circa».
Quali sono dunque le caratteristiche genetiche del centenario? «Per un vero e proprio vantaggio genico nell’invecchiamento di successo, è necessaria la somma di diverse modificazioni del patrimonio genetico» prosegue il ricercatore del Cnr. «In altre parole, -continua Puca- non si è identificata, almeno per ora, un’unica variante che, se ereditata, porti con buona probabilità l’individuo a diventare centenario, ma combinazioni di varianti geniche che influenzano sia la malattia, sia la resistenza a contrarle».

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