Precari ricerca versus Crui

I precari della ricerca e della didattica dell’Università italiana, condannano la posizione della CRUI sul rinvio della discussione del ddl Gelmini.

Come precari della ricerca e della didattica dell’Università italiana, condanniamo con forza la presa di posizione della CRUI sul rinvio della discussione del DDL Gelmini alla camera.
Secondo Decleva la mancata approvazione del DDL metterebbe a rischio “le procedure sul reclutamento che interessano tanti giovani studiosi meritevoli”. La realtà, come sanno bene tutti i precari universitari, è opposta: proprio il DDL cancella, per decine di migliaia di studiosi meritevoli, giovani e meno giovani, la prospettiva di ottenere un lavoro a condizioni dignitose, dopo anni di precariato selvaggio.
Le parole di Decleva rappresentano un’offesa enorme alla verità, ma questo non ci sorprende. Conosciamo fin troppo bene quali siano le attenzioni che i rettori della CRUI sanno rivolgere alle nuove generazioni. Non dimentichiamo infatti che negli ultimi decenni le università da loro governate hanno costruito le proprie fortune sulla pelle di un’intera generazione di studiosi, ai quali viene negata quotidianamente la dignità di lavoratori. Né ci stupisce che si comportino da padroni dell’università pubblica, minacciando, ricattando e complottando, perché questo è il modo irrimediabilmente distorto che hanno di intendere il proprio ruolo.
La CRUI, club privato di Università, è in palese conflitto di interesse, perché i rettori sarebbero i maggiori beneficiari del DDL, diventando veri e propri  plenipotenziari delle nuove università disegnate dalla Ministra. Condizionati dai propri appetiti, i rettori della CRUI non possono certo  rappresentare gli interessi dell’Università pubblica.
Riconosciamo invece come suoi sinceri rappresentanti i numerosi senati accademici, consigli di facoltà e dipartimenti che, sconfessando la CRUI, si sono pronunciati a favore della protesta, contro questo DDL, e per il finanziamento adeguato dell’università pubblica. Siamo solidali con i colleghi ricercatori indisponibili e con gli studenti che si oppongono a questa riforma distruttiva. Ci appelliamo a queste componenti sane dell’università perché confermino e anzi rafforzino le proteste in atto contro un DDL dannoso, inemendabile e irrecuperabile in tutte le sue parti.
Lo slittamento della discussione alla camera è la prova che la mobilitazione paga, che cancellare questo obbrobrio legislativo prima che sia approvato è possibile. Non possiamo e non dobbiamo mollare proprio adesso. Per questo offriamo a tutti i soggetti che si oppongono al DDL Gelmini la nostra assemblea nazionale, che si terrà a Bologna il prossimo 8 ottobre, come appuntamento, aperto al contributo di tutti, per rilanciare ulteriormente la mobilitazione.
Precari universitari della ricerca e della didattica

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