Gelmini, studenti e baroni contro il cambiamento

Toni alti, visi nuovi e corpi sui tetti per ribadire il proprio no alla riforma Gelmini.

Toni alti, visi nuovi e corpi sui tetti per ribadire il proprio no alla riforma Gelmini. Le contestazioni studentesche contro l’approvazione del ddl sull’università, martedì scorso in esame alla Camera, hanno portato ad una mobilitazione totale del corpo docente e studentesco. Un’operazione che ha chiamato all’appello oltre a ricercatori e professori anche alcuni esponenti della politica italiana.
La riforma intanto slitta a martedì prossimo per il voto finale. La Gelmini comunque non può dirsi soddisfatta. Secondo la ministra infatti le proteste in atto non sono altro che la prova di “una inquietante saldatura tra i baroni e gli studenti”. “I baroni – ha sottolineato in una nota la Gelmini – attraverso alcuni studenti, tentano di bloccare una riforma che rende l’università italiana finalmente meritocratica, che pone fine al malcostume di parentopoli, che blocca la proliferazione di sedi distaccate inutili e di corsi di laurea attivati solo per assegnare cattedre ai soliti noti”.
Ci sarebbe quindi secondo il ministro dell’istruzione un forte legame di interessi “comuni” tra i baroni e gli studenti che in queste ore stanno continuando la loro protesta. E il riferimento ai malcostumi “tutti made in Italy” non tardano ad arrivare. “Non è un caso – precisa la Gelmini –  se tra le prime 150 università del mondo non c’è un solo ateneo italiano. Gli studenti che manifestano, sobillati dai baroni, difendono questo tipo di università e vogliono che nulla cambi”.
a.d.r.

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