Ricerca tra pubblico e privato

Merck Serono, divisione per farmaci da prescrizione innovativi di Merck KGaA, da sempre impegnata nel campo della ricerca scientifica e dell’innovazione, ha promosso la tavola rotonda “Connubio tra pubblico e privato”.

Merck Serono, divisione per farmaci da prescrizione innovativi di Merck KGaA, da sempre impegnata nel campo della ricerca scientifica e dell’innovazione, ha promosso la tavola rotonda Connubio tra pubblico e privato: la formula vincente per l’innovazione presso la Sala della Stampa Estera a Roma. Un dibattito lucido e vivido sulla necessità sostanziale di un dialogo continuo e permanente tra il mondo dell’impresa e quello universitario. La ricerca e l’innovazione costituiscono gli assi portanti di una società rivolta al progresso e allo sviluppo.
Ad aprire il convegno il prof. Leonardo Santi, presidente del CNBB (Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita) che sottolinea l’importanza strategica di individuare nuove forme di collaborazione tra le aziende del territorio e le istituzioni per incentivare la ricerca e la produzione di farmaci biotech. Tra gli elementi da sostenere le procedure per i brevetti., utilizzando una più razionale utilizzazione dei brevetti e in genere della proprietà intellettuale. Biotecnologie e Scienze della Vita  sono al primo posto nei programmi di sviluppo europeo. E’ necessario investire sulla preparazione dei brevetti così da rafforzare la valenza della ricerca e il rapporto di fiducia tra imprese e università.
Rappresentanti delle istituzioni, e dell’universo accademico  discutono  sull’interazione tra territorio, imprese e università per promuovere la ricerca e l’occupazione giovanile.
Antonio Messina, amministratore delegato della Merck Serono descrive lo spirito dell’azienda di sostenere i giovani studiosi mediante l’erogazione di stage retribuiti (in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale; Tor Vergata, Unversità di Torno e Universtià di Bari) presso le loro strutture di Bari, Guidonia (Roma) e Colleretto Giacosa (Torino) della durata di due anni. Dal 2007, la Merck Serono ha ospitato 98 stage collaborando con 9 Università. “E’ necessario dichiara il Dott. Messina che si rinsaldi il rapporto di fiducia tra medie imprese e i consorzi universitari affinché i laboratori di ricerca universitaria possano cooperare fattivamente con le aziende così da integrare ricerca di base e ricerca applicata in accordo con i bisogni del territorio” .
Inoltre, continua Messina, le istituzioni devono garantire maggiori certezze nell’erogazione dei finanziamenti del fondo sociale eureopeo che troppo spesso rimangono incagliati nella rete delle lentezze burocratiche, facendo perdere di credibilità la nostra immagine a livello internazionale. Con disagio e amarezza espone la partecipazione della Merck a un bando erogato dal Miur nel 2001, vinto dall’azienda e le cui vicisitudini gestionali e contigenze governative hanno ritardato la concessione del fondo di quasi dieci anni e con una notevole riduzione finanziaria.
“ Non basta produrre e trasformare conoscenza, ma è necessario essere presenti sul mercato in modo rapido attraverso un avvicinamento tra conoscenza e produzione, sempre più sfumati i contorni tra ricerca di base e applicata; i processi di innovazione si sviluppano in modo sempre più integrato” afferma Fabrizo Cobis, responsabile del PON (Programma Operativo Nazionale della Ricerca) presso il Miur.  Non si tratta solo di incremento di finanziamenti alla ricerca, continua Cobis, ma della stessa struttura che gestisce i fondi, una pluralità di centri  di spesa (regioni, province, comuni). Nel documento programmatico per il Sud si parla per la prima volta di aggregazione delle risorse su determinate priorità così da sviluppare le potenzialità del territorio.
La burocrazia appare uno degli ostacoli principali al flusso del lavoro: il prof. Giuseppe Novelli, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Tor Vergata di Roma evidenzia la qualità dei ricercatori italiani, basti citare i 6 direttori di Dipartimento all’Università di Harvard e come l’attrattiva da parte dei ricercatori e docenti esteri di insegnare in Italia, esista, ma la modalità dei bandi concorsi è un meccansimo di tale lentezza e poco gratificante dal punto di vista economico che impedisce agli studiosi internazionali di accedere al nostro sistema universitario.
Pertanto non è tanto un problema di fuga dei cervelli, ma di un bilanciamento dei cervelli (italiani all’estero e stranieri in Italia). Il prof. Novelli, cita l’amara anomalia dei laureati in biotecnologie a cui, a livello concorsuale, non si riconosce il profilo professionale, al punto che si riscrivono a biologia per accedere ai concorsi.
Istituzione dunque di una rete tra università, imprese ed istituzioni costituisce l’asse portante per lo sviluppo della ricerca e del territorio, ribadisce il prof. Roberto Perrone, Preside della Facoltà di Medicina dell’Università di Bari. Dal 2010, Perrone ha istituito la Giornata pugliese del Farmaco proprio con l’obiettivo di rafforzare il dialogo tra i vari attori coinvolti nel processo della formazione e della produzione verso un settore come quello farmaceutico di ampie prospettive e di valenza interdisciplinare, così creare un distretto tecnologico. Basti pensare all’invecchiamento della popolazione e della sempre più crescente attenzione verso il benessere per intuire il potenziale di sviluppo che rappresenta il settore delle biotecnologie.
L’Università deve attivarsi ad instaurare un dialogo aperto con il territorio circa i suoi bisogni di ricerca e di sviluppo, dunque accanto al ruolo della didattica e della ricerca è compito degli atenei, quello della produzione. “I nostri  laureati sviluppano ricerche che hanno una ricaduta sul territorio mediante un rapporto stretto con il tessuto industriale così da rafforzarla capacità occupazionale del territorio. E’ sano che ci sia un flusso verso l’estero per curiosità intellettuale e conoscenza, ma è doveroso offrire ai giovani l’opportunità occupazionale nel proprio territorio, garanzia di sviluppo per la società “afferma il prof. Lorenzo Silengo, ordinario di Genetica Biologia e Chimica Medica, Università degli Studi di Torino.
L’università idea i farmaci, ma poi non c’è che li produce e li sviluppa. Gli investitori sfuggono dalla ricerca. E’ necessario instaurare un dialogo con le imprese, gettando le radici per un rapporto di fiducia tra università e PMI.

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