In Campania il dottorato è in azienda

“Dottorato di ricerca in Azienda, un valore aggiunto” è il progetto che promuove lo sviluppo del dottorato di ricerca all’interno delle aziende campane.

Università e aziende campane hanno un nuovo obiettivo comune da perseguire: abolire il sistema secondo cui il dottorato di ricerca è solo “una tesi in più” nel progetto di vita di uno studente. Non si parla più di soggetti che offrono un contributo in esclusiva all’ateneo bensì che apportano innovazione e conoscenze all’interno del mondo del lavoro attraverso il dottorato di ricerca in azienda.

Il progetto che vede la Campania in primissima linea in tutta Italia, è “Dottorato di ricerca in Azienda, un valore aggiunto” ed è stato presentato presso l’Unione degli Industriali di Napoli. “La disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli troppo elevati nella regione. Attraverso questo nuovo meccanismo il mercato del lavoro riceverà una forte spinta ma soprattutto ci sarà uno scambio equo tra gli attori della convenzione” ha spiegato il Presidente di Confindustria Campania Giorgio Fiore. Uno scambio equo ovvero che da ai laureati la possibilità di trovare occupazione e alle aziende di poter usufruire di giovani in grado di fare la differenza. Tecnicamente, gli atenei potranno attivare convenzioni con soggetti pubblici e privati che hanno interesse nella ricerca e, queste aziende, usufruiranno per tre anni delle competenze del giovane, risolveranno tutti quei problemi che richiedono attività di ricerca (come sviluppo e produzione di prodotti) ed avranno accesso al patrimonio tecnologico e di know-how delle università senza poi contare i vantaggiosi sgravi fiscali di cui godranno.

Ma parlando di dati concreti, finanziare un dottorato di ricerca costa all’azienda più di 50.000 euro (da intendersi per i complessivi tre anni) e a cui possono essere aggiunti ulteriori stanziamenti nel caso in cui il dottorando necessiti di approfondire le sue conoscenze con soggiorni di studio all’estero. E proprio a proposito di acquisizione di conoscenze, l’assessore regionale all’università Guido Trombetti ha affermato: “Lo scambio tra università e impresa ha una doppia finalità poiché è un dare avere di nuove competenze. Siamo aperti a nuove frontiere e non si deve pensare che la ricerca è solo ingegneria. C’è il campo delle biotecnologie ad esempio che è altrettanto valido”. Anche l’assessore al lavoro Severino Nappi in accordo con Trombetti ha spiegato che la regione vuole puntare sul capitale umano ovvero porre l’uomo come centro delle politiche di sviluppo territoriale. In linea con gli interventi l’assessore ai trasporti Sergio Vetrella ha spiegato: “Il dottorato in Campania deve necessariamente rispondere alle esigenze del mercato, è l’unica soluzione per dare slancio al tasso di occupazione”.

Ed è proprio dalla Regione Campania che arriva un valido contributo per la realizzazione del progetto: uno stanziamento di 654 borse dell’importo di 13.000 euro ciascuna per tutti i giovani campani che intendono conseguire il dottorato di ricerca. Le sole limitazioni previste sono di tipo anagrafico: non bisogna aver superato i 29 anni, è necessario essere residenti sul territorio regionale ed infine il 50% dei finanziamenti è da destinarsi alle donne.

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