Andu, chi c’è dietro gli anti-ddl

Gli ‘analisti’ non smettono di interrogarsi sulla ‘vera’ natura del movimento degli studenti che si è opposto al DDL sull’Università…”

Gli ‘analisti’ non smettono di interrogarsi sulla ‘vera’ natura del movimento degli studenti che si è opposto al DDL sull’Università. Fanno confronti con i precedenti movimenti, ma in realtà sono  preoccupati principalmente di assicurarsi e di rassicurare che il movimento NON è in realtà contro il DDL, ma è l’espressione di un “disagio delle giovani generazioni; disagio per esprimere il quale la protesta contro la riforma universitaria ha rappresentato poco più che un PRETESTO.” Così scrive Sergio Luzzatto sul Sole 24-ore del 2 gennaio scorso. E per non lasciare dubbi sulla sua principale preoccupazione, Luzzatto scrive anche che “i movimenti studenteschi e giovanili che sono scesi nelle piazze contro il ministro Gelmini non hanno saputo riconoscere i singoli aspetti positivi della riforma universitaria.”

Ancora una volta, la tesi è: il movimento ha certamente ‘buoni’ motivi per esistere (e lì giù con analisi e confronti ‘sociologici’), ma tra questi non vi è – non deve esserci – quello per cui è nato, cioè l’opposizione a una legge che demolisce l’Università statale e la consegna a un gruppo di potenti che ne farà scempio. Insomma, il movimento può occuparsi di tutto, ma non dell’Università, a meno che non riconosca “i singoli aspetti positivi della riforma universitaria”. La verità è che coloro che hanno da sempre operato impunemente contro l’Università sono stati colti con le dita nella marmellata da un movimento che ha perfettamente riconosciuti i contenuti devastanti della loro legge e ha vissuto in diretta i modi con i quali le leggi sull’Università vengono imposte. E il terrore di questi potenti è che il movimento continui ad occuparsi della propria Università. Sarebbe la prima volta, finalmente.

Andu, Associazione Nazionale Docenti Universitari

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