Due scienziati italiani sul podio degli States

L’intervista doppia a Maurizio Porfiri e Chiara Daraio. I due italiani inseriti nella Brilliant 10, la classifica pubblicata dalla rivista Popular Science che ogni anno seleziona i dieci migliori scienziati, under 40, che lavorano negli Usa

Popular Science, la prestigiosa rivista americana di scienza e tecnologia, ha decretato anche quest’anno i Brilliant 10 ovvero i dieci migliori scienziati al mondo che lavorano negli States. A fare onore alla nazione ben due italiani hanno guadagnato un posto nella classifica. E sono il romano Maurizio Porfiri, 34 anni, assistant professor di ingegneria meccanica presso il Polytechnic Institute of New York University e Chiara Daraio, marchigiana che a 32 anni è già professore di fisica applicata al California Institute of Technology. Beccandosi l’appellativo di Water Wizard (l’uno) e The sound magician (l’altra), i due scienziati hanno messo appunto invenzioni in grado di cambiare il futuro.

Il recente successo che vi vede protagonisti dei Brilliant 10 è solo l’ultimo di una carriera appunto brillante. Ci spiegate le vostre invenzioni?

M. Il nomignolo Water Wizard è legato alle attività di ricerca che porto avanti nel mio laboratorio con l’aiuto di studenti e collaboratori. L’invenzione che mi ha collocato nei Brilliant 10 è un pesce robot in grado di fare da “cane da pastore” per altri pesci, salvaguardando le specie. Molte delle cose di cui mi occupo nel mio “Dynamical Systems Laboratory” sono legate ad applicazioni acquatiche.

C. Attualmente gli ecografi per generare segnali utilizzano trasduttori lineari difficili da mettere a fuoco. I proiettili sonori da noi ideati sono invece forme d’onda con proprietà particolari. Possono raggiungere pressioni acustiche elevate, viaggiare per lunghezze predeterminate ed essere localizzati in maniera molto precisa. I proiettili possono essere creati con una lente acustica non lineare che abbiamo progettato e che genera onde solitarie e le focalizza in un punto (il fuoco). Queste caratteristiche consentiranno di ottenere ecografie ad alta definizione.

Come è stato il percorso di studi? E soprattutto quali le difficoltà?

M. Il mio percorso di studi è stato molto atipico. Ho seguito due strade distinte e complementari in Europa e America per laurea, master, dottorato/Ph.D., e post-doc in ingegneria elettronica e meccanica. A distanza di tempo ho dimenticato le difficoltà contingenti e guardo con immenso piacere il percorso che ho seguito che non solo mi ha preparato discretamente per fare quello che mi piace (studiare e fare ricerca) ma mi ha consentito di apprezzare diverse culture, metodi di studio, e sistemi accademici.

C. Mi sono laureata presso il Politecnico delle Marche in ingegneria meccanica. Dopo la laurea, mi sono trasferita a San Diego per ottenere un dottorato in scienza dei materiali e nello stesso anno sono stata assunta dal California Institute of Technology. Quest’anno sono diventata professore ordinario di aeronautica e di fisica applicata. La difficoltà principale era il non conoscere le opportunità di ricerca esistenti all’estero e non avere molte informazioni riguardo al funzionamento dei sistemi accademici al di fuori dell’Italia ma una volta fatto il passo, è stato difficile tornare indietro.

Sono tanti i ragazzi che sognano un’esperienza all’estero, ma tante volte sono scoraggiati. Quali sono i vostri consigli per chi volesse intraprendere questa strada?

M. Molte università Italiane stanno iniziando interessantissimi programmi di internazionalizzazione che offrono agli studenti percorsi ben strutturati per acquisire titoli congiunti in Europa e America. Io per esempio collaboro con grande piacere e impegno con il centro H2CU (Honors Center for Italian Universities) de La Sapienza per sviluppare e coordinare percorsi didattici per studenti di Ingegneria presso il Polytechnic Instititute of New York University. Agli studenti dico: guardatevi intorno che ci sono tante opportunità!

C. Di non scoraggiarsi! Ci sono tantissime opportunità di studio all’estero per varie esigenze: da brevi stage estivi di 8 -10 settimane da completare durante i corsi di laurea al master o dottorati di ricerca. Internet è un’ottima risorsa per cercare programmi specifici. Con forza di volontà e un po’ di intraprendenza, le opportunità si trovano anche al di fuori di programmi accademici ufficiali. Consiglio di contattare direttamente i docenti all’estero per chiedere maggiori informazioni riguardo a borse di studio, ammissione a programmi post-laurea o stage da svolgere nelle varie specialità di interesse.

Cosa rispondete a chi parla di brain drain?

M. Domanda difficile… è un fenomeno complesso. Io non mi sento un cervello in fuga, sarebbe arrogante sentirsi un cervello prima di tutto. Le valutazioni che feci a suo tempo furono puramente legate a opportunità di carriera e prospettive di crescita intellettuale. Con un mercato del lavoro più o meno aperto è naturale scegliere a 360 gradi in base alle migliori opportunità. Certamente aumentare le risorse per le università italiane allevia il problema perche consente di essere competitivi nel reclutare e attirare eccellenti ricercatori da tutto il mondo.

C. Che è ora di chiamare un idraulico!

Martina Gaudino

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