Primi scontri per il numero chiuso

Il Senato accademico dell’Università del Salento approva il numero programmato per i corsi in Ingegneria ed Economia. Contrario l’Udu.

Con l’avvicinarsi delle immatricolazioni e in pieno clima riformistico, sorgono le prime collisioni nella definizione dell’accesso ai corsi di laurea. Il Senato accademico dell’Università del Salento ha approvato il numero programmato per i corsi di laurea triennale in Ingegneria ed Economia per il prossimo anno accademico

Le misure normative adottate hannno destato contrarietà all’interno dell ‘Unione degli Universitari di Lecce che ravvisa nella suddetto regolamento modalità elitarie nell’acceso all’istruzione superiore”.“L’amministrazione dell’Università del Salento ha portato in approvazione l’offerta formativa per il prossimo anno, che prevede il numero programmato per i corsi di laurea triennali in Economia e Ingegneria.

La decisione è arrivata in seguito alle norme ministeriali che prevedono il calcolo del Fondo di Finanziamento Ordinario, che ogni anno il Ministero eroga alle università, sulla base del numero degli studenti rispetto al numero dei docenti” (dichiarazione Udu).

“Ogni corso per essere attivato e reiterato nel tempo, infatti, deve avere un numero minimo di 12 docenti garanti, con un massimo di studenti iscritti di 150 (DM 17/2010). Se il numero di iscritti al corso supera la quota prevista dalle normative, l’FFO viene decurtato. In corsi di laurea senza il numero programmato possono accedere quindi tutti gli studenti, mentre invece con le normative applicate lo scorso senato accademico il numero di studenti non può superare le 150 unità, prevedendo dei test pre-iscrizione che permettono l’accesso questi corsi”.

I rappresentanti dell’UdU in Senato accademico hanno deciso di esprimere il loro parere nettamente contrario al numero programmato, frutto di norme ministeriali che vedono l’istruzione come riservata ad un élite di pochi studenti.

Questa modalità di regolarizzazione degli accessi e di vine considerata penalizzante per il progetto di vita dei giovani. che obbligano le università a programmare il numero degli studenti in ingresso per motivi meramente numerici, di fatto va a penalizzare i soli studenti che non potranno più sognare il futuro che vorrebbero”.

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