Adi, una petizione on line contro le tasse

L’Adi, Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani, ha lanciato una petizione on line per l’abolizione delle tasse di dottorato, l’abolizione delle tasse di iscrizione ai concorsi di dottorato e il reinserimento di un rapporto tra posti con borsa e posti senza borsa. «Nel corso degli ultimi mesi – spiega l’associazione – il Ministero ha proposto alcune bozze di regolamento sulle quali l’Adi ha espresso giudizi articolati ma, nel complesso, negativi».

La rappresentante dei dottorandi al Cnsu e socia Adi, Valentina Maisto, ha chiesto proprio al Consiglio di esprimere un parere negativo, che è poi stato votato all’unanimità. Anche il Cun, ricorda l’associazione, ha espresso una posizione fortemente critica. L’Adi lancia dunque la petizione per supportare le proprie proposte ed evidenziare le gravi lacuna dei regolamenti finora prodotti dal Miur, connessa al testo della legge 240/2010. Da sempre l’Adi «ritiene che il dottorato senza borsa debba essere superato e che, nel frattempo, sia necessario quantomeno azzerare le tasse d’iscrizione per i colleghi che non dispongono di borsa di studio».

La legge 240, inoltre, prosegue l’associazione, «prevede che sia eliminato il vincolo di posti con borsa e posti senza borsa (oggi fissato al cinquanta per cento): in base a questa eliminazione a detta del Senato era superato (cioè abolito) il dottorato senza borsa, secondo la Camera, invece, si tratta di una totale liberalizzazione per cui ogni Ateneo o Scuola di dottorato potrà decidere quanti posta senza borsa attribuire, indipendentemente dal numero delle borse di studio». «Inutile sottolineare – prosegue l’Adi – come il Ministero ad oggi abbia sposato quest’ultima interpretazione e nel regolamento non fa cenno ad alcun tipo di rapporto numerico tra i posti con borsa e quelli senza e non prevede l’eliminazione delle tasse di dottorato. Siamo preoccupati dalla possibile inflazione dello strumento del dottorato di ricerca, anche per fare cassa in un momento di particolare difficoltà economica per gli Atenei italiani».

Fonte Adnkronos

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