Udu: i giovani sono la priorità del Paese

Gli studenti italiani tornano in piazza il prossimo 10 maggio. A raccogliere l’invito di mobilitazone “per sostenere una politica di contrasto alla precarietà e le richieste di modifica al provvedimento perchè ai giovani di questo Paese siano date delle risposte effettive” lanciato dalla CGIL settimana scorsa per la data del 10 maggio, è l’Unione degli Universitari insieme alla Rete degli Studenti Medi.

Gli studenti italiani tornano in piazza il prossimo 10 maggio. A raccogliere l’invito di mobilitazone “per sostenere una politica di contrasto alla precarietà e le richieste di modifica al provvedimento perchè ai giovani di questo Paese siano date delle risposte effettive” lanciato dalla CGIL settimana scorsa per la data del 10 maggio, è l’Unione degli Universitari insieme alla Rete degli Studenti Medi.

Le ragioni della protesta le spiega Michele Orezzi, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Universitari: “Non solo l’istruzione pubblica italiana è in agonia profonda ma riteniamo che nella riforma del mercato del lavoro ci siano troppo pochi strumenti per combattere la precarietà, E’ venuto il momento che il Governo si confronti direttamente con noi studenti sulle priorità per far assomigliare il nostro sistema d’istruzione a quello degli altri stati Europei per far ripartire l’intero Paese. L’Italia ha estremo bisogno di “Liberare la conoscenza” e di liberarsi della precarietà, per questo vogliamo lanciare un messaggio chiaro a tutto il Governo Monti: a partire dalla diffusione della banda larga su tutto il territorio nazionale, liberiamo la conoscenza a tutti i livelli e sprigioniamo l’energia intellettiva di tutti i giovani per il futuro del Paese. A partire dalla cancellazione della maggior parte delle 46 forme contrattuali diverse nel nostro Paese, cancelliamo la precarietà che è un vortice che sta portando a fondo le due generazioni più giovani del nostro Paese”.

L’attezione è per la riforma del mercato del lavoro ma non solo, continua Orezzi: ” Il Ministro Fornero ci ha illuso dicendo che l’obiettivo della riforma era quello di cancellare la precarietà. Ecco, forse quando ha steso il testo aveva dimenticato la gomma in un altro ufficio. Se il ministro non vuole dimostrare un’altra volta che la parola “giovani” viene utilizzata dal Governo come “cavallo di troia” per far credere al Paese che un provvedimento sia giusto, chiediamo che le sue belle parole siano messe da parte per far largo ai fatti. Per questo il 10 maggio saremo in piazza in tutta italia per aderire alla manifestazione che ha lanciato la CGIL. Saremo in piazza con le nostre proposte per rilanciare l’istruzione, il Paese, e per ripetere ad alta voce che come giovani e studenti non sopportiamo più un presente bloccato da una conoscenza sotto chiave e non un vogliamo un futuro ostaggio della precarietà.”

7 i punti individuati dal sindacato studentesco tesi a “liberare laconoscenza“: tutelare il valore legale del titolo di studio, garantire e aumentare le borse di studio, prevedere un’offerta culturale gratuita per tutti gli studenti medi e universitari, scardinare i numeri chiusi, annullare prestiti di onore e gli ordini professionali ed estensione della banda larga su tutto il territorio nazionale”.

Per esteso, ecco i 7 punti essenziali per l’UDU e la Rete degli studenti medi, per sbloccare il Sapere, che nel nostro Paese è sempre più raggiungibile solo dalle poche persone che riescono a superare gli ostacoli economici e sociali lungo questo percorso:

1) estensione della banda larga su tutto il territorio nazionale, per dare a tutti le possibilità offerte dalla rete di accesso all’informazione, formazione e un nuovo impulso di sviluppo basato sulle nuove tecnologie. Speriamo le belle parole su questo punto si trasformino in repentini fatti;

2) apertura della possibilità di studiare per tutti, senza distinzione di reddito o condizione sociale e con un piano pluriennale di copertura totale delle borse di studio: perché il diritto allo studio in Italia deve ripartire da finanziamenti adeguati per estinguere per sempre il fenomeno tutto italiano degli idonei non benificiari di borsa di studio;

3) no a nuovi indebitamenti sul futuro degli studenti con i prestiti d’onore: il diritto allo studio è un diritto sancito dalla nostra Costituzione, non può essere sostituito con politiche tese ad un ulteriore indebitamento futuro dello studente e della sua famiglia;

4) rimozione numero chiuso per accesso alle università: per avere finalmente un’università di massa che non sia più ultima in Europa per numero di laureati ogni 1000 abitanti;

5) abolizione ordini professionali: per abolire veramente i privilegi e aumentare i diritti;

6) accesso alla cultura gratuito per gli studenti medi e universitari, perché proprio in quanto studenti devono avere una reale agevolazione che gli permetta di accedere ad ogni forma di cultura;

7) difesa del valore legale del titolo di studio: per conservare il valore professionalizzante della laurea che, se venisse meno, andrebbe a intaccare la qualità della formazione, creando atenei di seria a e di serie b e senza più garanzie di pari trattamento nell’accesso ai concorsi per i giovani laureati.

Chiediamo che siano questi i prossimi interventi, e chiediamo di poterci quanto prima confrontare direttamente con tutto il Governo Monti perché il futuro del nostro Paese, e la sua crescita, passa dai propri giovani e dalla ricostruzione di una nuova società basata sulla conoscenza libera e sulla possibilità di poter vivere una vita vera, e non una in ostaggio di un precariato-di lavoro e di vita- a tempo indeterminato.

Fonte: comunicato stampa UDU

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