Matteo, lo Zuckerberg di casa nostra

L’intervista all’inventore di Egomnia, il Facebook del lavoro che spopola sul web

L’intervista all’inventore di Egomnia, il Facebook del lavoro che spopola sul web

Matteo Achilli partecipa al convegno “Un talento è per sempre: talenti 2.0 trovare lavoro nei social network”, in programma alle ore 15.00 allo Young International Forum a Roma

E’ Matteo Achilli, il ventenne Zuckerberg italiano, geniale creatore di Egomnia, il social che avvicina domanda e offerta nel mondo del lavoro. Matteo si racconta al Corriere dell’Università in un’intervista dove il consiglio è non arrendersi mai perché «i successi arrivano e se non arrivano abbiamo comunque imparato qualcosa».

Come è nata l’idea di Egomnia?
L’idea è nata tra i banchi del liceo. Era il periodo critico della scelta dell’Università e notai come i miei compagni davano molto peso alla posizione di queste nei ranking mondiali. Intuii la necessità di un ranking tra gli studenti. Tale classifica li avrebbe aiutati al confronto, alla crescita e stimolati a dare il massimo. Per realizzare questo progetto pensai a sviluppare un sito che attribuisse un punteggio ai CV delle risorse iscritte. Lo stesso principio che Google applica alle pagine web con il suo Pagerank. Infine, il sito che sono poi andato a realizzare, si è dimostrato estremamente utile per l’interazione tra domanda e offerta di lavoro e stage.

Le tue competenze per la creazione di un portale così articolato provengono dai tuoi studi o da interessi personali?
I miei studi non hanno niente a che fare con l’informatica. Mi sono diplomato l’anno scorso in un Liceo scientifico di Roma e ora sono a Milano a studiare Economia alla Bocconi. Le competenze che ho con i linguaggi di programmazione CSS e HTML sono frutto di pura passione. Per realizzare Egomnia mi sono comunque costruito un Team di sviluppatori durante questo anno di attività imprenditoriale.

Sei giovanissimo, credi che questa possa essere la tua professione del futuro?
Sicuramente i presupposti ci sono. In meno di un mese abbiamo 10 mila iscritti e un centinaio di società e diverse persone sono già state assunte tramite Egomnia. Non è certo questo però il momento per montarsi la testa, siamo solo all’inizio di una grande avventura. Questo è un periodo delicato e bisogna fare le scelte giuste e muoversi al meglio. Stiamo scrivendo una bella pagina della storia italiana del web.

Cosa consigli ad un giovane che vuole sviluppare un’idea imprenditoriale nei social?
Appena inizi un’attività, tanto più se sei giovane, nessuno vuole ascoltarti. Io personalmente non riuscii a parlare con nessuno prima del lancio di Egomnia. Dovetti partire “dal basso”, ovvero dagli studenti, per riuscire a fare qualcosa di bello e promuovere l’iniziativa. Ora Venture Capital, giornalisti e amministratori delegati mi contattano frequentemente. Ogni volta che lo fanno ripenso a qualche mese fa, quando non ricevevo risposta a nessuna delle mie email. Il mio consiglio è quindi quello di non arrendersi mai e di credere in quello che si sta facendo. Le soddisfazioni arriveranno e, anche se il progetto dovesse fallire, avrete delle esperienze che vi faranno crescere come persona.

Cosa rispondi a chi ti definisce lo Zuckerberg italiano?
Sono contento e onorato che l’Italia veda in me il “nuovo Zuckerberg”. Tuttava, iniziando la mia attività qualche anno dopo di lui, posso senz’altro osservare la sua storia e le dinamiche della sua società, questo per non commettere i suoi stessi errori e creando delle fondamenta salde alla mia società sin da subito. Inoltre io vorrei laurearmi, so che lui ha lasciato Harvard per dedicarsi a Facebook. Insomma, sto lavorando duramente e spero un giorno di sentir chiamare un nuovo prodigio dell’informatica il “Nuovo Achilli”.

Martina Gaudino

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