Ricerca, boom di laureati con lode Ma l’azienda sceglie la produzione

Lo rivela una ricerca statistica dell’Università di Milano-Bicocca sulle aree funzionali in cui le aziende impiegano i laureati prima (2007) e durante (2010) la crisi economica

Lo rivela una ricerca statistica dell’Università di Milano-Bicocca sulle aree funzionali in cui le aziende impiegano i laureati prima (2007) e durante (2010) la crisi economica

Un maggior impiego nelle aree funzionali legate alla produzione, una flessione in quelle collegate alla ricerca e sviluppo, mentre viene dimezzata l’occupazione nelle risorse umane: in periodi di crisi le aziende preferiscono dedicare la nuova forza lavoro uscita dall’università a mansioni più “concrete” e meno “realizzative”. Così dal 2007 a oggi, le aziende hanno privilegiato il posizionamento dei laureati nelle aree di produzione (+23,2%).

Lo rivela una ricerca dell’Università di Milano-Bicocca che ha rielaborato i dati delle indagini Stella-Cilea sull’occupazione dei laureati dal 2008 al 2011, confrontandoli con quelli della banca dati Excelsior-Unioncamere che monitora il fabbisogno di personale di oltre 100 mila aziende italiane.

«Secondo l’indagine Stella, con riferimento all’anno 2010, i destini aziendali dei laureati presso l’Università Milano Bicocca durante la crisi raccontano di un impiego diffuso in ogni area aziendale pur con intensità diverse», afferma Paolo Mariani, professore straordinario di Statistica Economica. «Oltre la metà dei laureati (53,4%) – prosegue Mariani – viene inserito nell’area di Produzione, che rappresenta di gran lunga il maggior catalizzatore occupazionale con la maggiore variabilità di professioni di tipo intellettuale contenute in essa (ovvero impiegati di concetto ed esecutivi), seguito con il 10,4% da Amministrazione, contabilità e controllo di gestione, e da Ricerca e sviluppo con il 9,5%».

«Un dato interessante proviene dall’area ricerca e sviluppo – continua Paolo Mariani – che, pur offrendo una retribuzione tra le più contenute (negli ultimi quattro anni ha superato i 1.000 Euro solo nel 2008), rimane ancora appannaggio dei più bravi: il 68,4% dei laureati impiegati in questa area hanno un voto di laurea compreso tra il 106 ed il 110 e lode. In calo rispetto al periodo pre-crisi ma ancora fortemente significativo».

«Rispetto alla retribuzione – conclude il Professor Mariani – nell’ultima rilevazione i laureati occupati nell’area Finanza guadagnano quasi il doppio di quelli inseriti nell’area Legale, (1.160 euro vs 668 euro). A superare la soglia dei 1.100 euro ci sono anche i laureati che lavorano nell’area Sistemi informativi e reti, mentre la soglia dei 1.000 euro è varcata dai dottori impiegati nelle aree: Progettazione; Risorse Umane e Organizzazione;  Amministrazione, contabilità e controllo di gestione; Comunicazione e relazioni pubbliche; Produzione; Commerciale e distribuzione. Fanalino di coda, con una retribuzione sotto i 1.000 euro, l’area Ricerca e sviluppo; Marketing; Qualità sicurezza e ambiente».

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