Ratti per diagnosticare la tubercolosi, al via la ricerca

Gli ‘odiati’ ratti potrebbero essere uno strumento utile per diagnosticare la tubercolosi nella saliva. E’ questa l’idea da cui parte il progetto di una Ong belga, l’Apopo, che utilizzera’ il sistema, basato sull’utilizzo di animali appositamente addestrati, in Mozambico a partire da gennaio. Il tipo di ratti utilizzati – della specie giganti del Gambia detti anche africani – e’ particolarmente adatto a svolgere compiti specifici. Questi animali, dopo essere stati addestrati, hanno gia’ contribuito allo sminamento di alcune aree del continente africano. E la capacita’ di ‘diagnosticare’ la tubercolosi nella saliva e’ gia’ stata testata in un progetto in Tanzania.

Ora l’associazione umanitaria belga Apopo ha avviato la costruzione di un laboratorio a Maputo, dove i ratti impareranno ad annusare la saliva umana, individuando quella infettata dal batterio della tubercolosi, una malattia che in Africa fa molte vittime ed e’ spesso associata al virus dell’Aids. I ratti del Gambia sono molto grandi, possono avere la dimensione di un gatto, e sono conosciuti per il formidabile olfatto. Possono riconoscere la tubercolosi in meno di un’ora, mentre ad un normale laboratorio occorre di una settimana, a costi piu’ elevati. “Si tratta – spiegano i responsabili del progetto Apopo in Mozabico- di un metodo efficace, rapido ed economico. I nostri ratti possono analizzare 400 campioni in 30 minuti”.

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