Il mondo della scuola scende in piazza, nonostante sia stato scongiurato il pericolo dell’aumento delle 24 ore. Dopo la proclamazione dello sciopero dei trasporti ferroviari, aerei e di merci,
indetto per domani 14 novembre in tutta Italia contro le misure della nuova Legge di Stabilità, è pronto a scendere in piazza anche il mondo della scuola.
Il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ha infatti detto che il dibattito è aperto e che sono stati riportati altri tagli previsti per la scuola nella legge di stabilità. E la scuola dice no proprio a questi tagli.
Lo sciopero è stato indetto da Cobas, Cub scuola, Unicobas scuola, Flc Cgil, Usi Ait scuola, Nidil/Cgil, Usi, Sisa. Inoltre il Collettivo autonomo Studentesco ha inoltre proclamato possibili manifestazioni in tutte le città italiane.
La protesta è inoltre coordinata a livello europeo dalla Confederazione europea dei sindacati (Ces). Con lo sciopero della scuola si intende chiedere al governo investimenti nell’istruzione pubblica, lo sblocco dei contratti e il riconoscimento degli scatti di anzianità; il ruolo unico dalle materne alle superiori a 18 ore e che i precari vengano assunti a tempo indeterminato.