Campagna elettorale, la sfida è tra i manifesti più simpatici

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Ad ogni appuntamento elettorale l’Italia libera la sua fantasia. Sono sempre più curiosi i manifesti elettorali che troneggiano sui muri delle città e che spingono a preferire un candidato ad un altro.

In una situazione economica che si fa sempre più difficile per il Paese, cresce, al contrario, il gusto di mostrarsi in pubblico, studiando ad hoc il manifesto perfetto, l’immagine ideale per colpire al cuore il passante.

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E così se ne vedono davvero di tutti i colori, partendo da Michele Dell’Utri, che nel manifesto per le elezioni regionali del 2010 scrisse, accanto alla sua faccia: “NON SONO PARENTE!”, fino alla lista Bonino-Pannella, che usarono l’eros di Tinto Brass per invogliare l’elettore al voto, sullo slogan “Meglio un culo che una faccia da culo”.

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Ma le sorprese non finiscono qui. Sempre alle elezioni regionali del 2010 spopolò il “Voto fico” del candidato del Movimento cinque stelle, con tanto di marchio con la faccia di Grillo recitante “Qualità garantita”. Alla Regione Puglia, invece, fece scalpore il manifesto con mezzo busto nudo di una donna: la scritta recitava “Non sono una escort ma mi candido lo stesso. Alla Regione Puglia con competenza e professionalità”.

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A Napoli  invece spopola in queste settimane  la campagna del “Voto di protesta” che si batte per l’abolizione della tassa di circolazione e una migliore manutenzione delle strade. Lo slogan recita, in perfetto napoletano : “Bast cu è foss! (le buche)”. Sotto, la scritta dedicata al bomber della città: “Cavani almeno altri 3 anni”.

Ultimo in ordine di tempo il camuffamento di Bersani per le politiche del 2013, che a Roma è stato decorato con tanto di baffi in stile Hitler. Un accenno velato al timore di un ritorno al passato o un implicito invito, al segretario del partito democratico, ad usare toni più duri in una campagna elettorale ricca di concorrenti?

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