AlmaLaurea: Tra laureati donne meno occupate e con stipendi più bassi

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Il divario occupazionale tra laureati e laureate e le differenze retributive segnalano quanto ancora le donne, in questo caso tra quelle piu’ istruite, siano penalizzate nel mercato del lavoro. Non solo. Le donne laureate con figli lavorano e guadagnano meno rispetto alle colleghe senza figli.

E’ quanto emerge dal nuovo Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani che sara’ presentato martedi’ 12 marzo all’universita’ Ca’ Foscari di Venezia, al convegno ”Investire nei giovani: se non ora quando?”.

In occasione dell’8 marzo AlmaLaurea anticipa la documentazione sulle laureate alla prova del lavoro, registrando ancora una volta significative e persistenti diseguaglianze di genere. ”E’ il segnale del persistere di un ritardo culturale e civile del Paese rispetto all’obiettivo di realizzare una partecipazione paritaria delle donne al mercato del lavoro – commenta Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea – tale situazione contribuisce inoltre a svalutare gli investimenti nell’istruzione universitaria femminile”.

Tra i laureati specialistici biennali, gia’ ad un anno dalla laurea le differenze fra uomini e donne, in termini occupazionali, risultano significative (7,5 punti percentuali: lavorano 55,5 donne e 63 uomini su cento). Le donne risultano meno favorite non solo perche’ presentano un tasso di occupazione decisamente piu’ basso, ma anche perche’ si dichiarano piu’ frequentemente alla ricerca di un lavoro: 32% contro il 24% rilevato per gli uomini. Ad un anno dalla laurea gli uomini possono contare piu’ delle colleghe su un lavoro stabile (le quote sono 39 e 30%) e guadagnano il 32% in piu’ delle loro colleghe (1.220 euro contro 924 euro mensili netti).

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