Caos scuola, in rivoluzione tutto il sistema delle graduatorie

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Incostituzionalità. Potrebbe essere questo il verdetto dei giudici chiamati a valutare la violazione del principio di merito e quello dell’uguaglianza tra dipendenti pubblici dopo il ricorso presentato dall’Anief. I ricorsi presentati sono stati due, e le sentenza che li ha accolti potrebbe incidere sulla vita di 31 mila docenti.

L’ordinanza del Tar del Lazio (Tribunale amministrativo regionale)  è intervenuta infatti sulla norma del 2009, che di fatto ha cancellato i docenti di ruolo dalle graduatorie ad esaurimento (Gae, con più di 230 mila iscritti).

I profili di incostituzionalità ravvisati dai giudici sarebbero addirittura 5, tra cui la violazione del principio del merito. Se la Consulta dovesse confermare l’incostituzionalità della norma, per migliaia di docenti si riaprirebbe la possibilità di poter scegliere una nomina in ruolo diversa da quella che già hanno fatto. In questo modo potrebbe essere rimesso in discussione l’intero sistema delle graduatorie per le assunzioni.

La norma in questione fu introdotta da Mariastella Gelmini, che nel 2009 depennò dalle Gae i docenti di ruolo, con l’intento di dare un’opportunità in più ai precari. Le assunzioni in ruolo vengono fatte attingendo per metà dalla graduatoria di merito, e per l’altra metà dalla Gae.

I ricorsi sono partiti per mano dell’Anief, il sindacato degli insegnanti guidato da Marcello Pacifico, che nel 2010 ha presentato provvedimento, con il supporto di 62 docenti.

“La norma – si legge nell’ordinanza del Tar – appare il frutto di scelte politiche contrastanti con il principio meritocratico di inclusione nelle graduatorie che non piuttosto rivolte a eliminare discriminazioni o a promuovere il lavoro di docente su tutto il territorio nazionale”. Pacifico esulta: “l’ordinanza conferma la denuncia che fin dall’inizio abbiamo espresso nei confronti di un intervento legislativo disorganico, pasticciato e illogico”.

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