Musicraiser: l’intervista a Giovanni Gulino, cantante e startupper

L’intervista a Giovanni Gulino, cantante dei Marta Sui Tubi, che ci racconta che cos’è Musicraiser
giovanni gulino dei marta sui tubi musicraiser intervista
Giovanni Gulino, cantante dei Marta Sui Tubi, ha anche fondato insieme alla sua compagna, Tania Varuni, la startup Musicraiser.

Di Angela Zurzolo

Giovanni Gulino non è solo il cantante dei Marta sui tubi. E’ anche uno startupper di successo, grazie a “Musicraiser”- prima piattaforma di crowdfunding italiana dedicata tutta alla musica.
I risultati della sua intraprendenza adrenalinica sono arrivati tutti insieme: Sanremo 2013, il nuovo album “Cinque, la luna e le spine” e il boom della sua start-up. “Non sono come Fantozzi che gira di ufficio in ufficio coprendo tutto il lavoro che c’è da fare”, chiarisce.
“Co-fondatrice ed anima operatrice della start-up è la mia compagna, Tania Varuni”. Organizzatrice di eventi lei, ex responsabile marketing lui. “Non ci siamo inventati niente. E’ il crowdfunding, il finanziamento promosso dalla rete”, ci ha detto.

marta sui tubi da fazio
I Marta sui tubi a “Che tempo che fa”

Cos’è e come funziona Musicraiser?

E’ uno strumento a servizio di artisti musicali o case discografiche che permette di realizzare un progetto- sia esso un disco, un videoclip, un tour o un festival- grazie al finanziamento diretto dei propri fan. Se vuoi registrare il tuo disco e ti servono 4mila euro, puoi presentarci un progetto e noi ti diciamo se può avere le carte in regola per raggiungere l’obiettivo. Ci sono due mesi di tempo per farcela. Se il progetto raggiunge o supera il 100% dell’obiettivo minimo prefissato, riceverai i tuoi soldi, meno la commissione di Musicraiser (10%). Così potrai stampare e registrare il tuo disco e poi spedirlo a chi ti ha finanziato, in cambio dei soldi che ti ha offerto”.

“Complimenti per gli amici ma quanti amici hai?”: è l’intro del singolo “Dispari”. Ma chi ha tanti amici- e può contare su una community forte- è anche chi merita di sfondare?

Musicraiser è meritocratico. C’è stato chi aveva pochissimi amici o followers ed è arrivato ad avere ottimi risultati. L’importante è avere un obiettivo di raccolta che sia commisurato a quello che è il proprio seguito. E poi una cosa fondamentale è l’efficacia della comunicazione. Non basta mettere un progetto online, bisogna anche promuoverlo. Dobbiamo anche spiegarlo in maniera accattivante, simpatica e non come una richiesta di aiuto finanziario punto e basta.
gulino marta sui tubi

Come rispondi a chi sostiene che il crowdfunding sia paragonabile all’elemosina?

Lo sarebbe se io ti chiedessi dei soldi a fronte di zero in cambio. Giusto? Invece se io ti offro un benefit, al posto del tuo versamento di 10 o 15 euro, non è un’elemosina, ma una sorta di prevendita. Basterebbe solo aprire gli occhi e guardare fuori dal nostro orticello. L’Europa, l’America e il mondo indipendente musicale conta moltissimo sul crowdfunding. In Italia funziona e stiamo andando molto bene.

Che risultati avete ottenuto?

Siamo la terza piattaforma europea per numero di progetti in corso di finanziamento. E questo in sei mesi non è poco. Stiamo ricevendo complimenti sia dall’Italia che dall’estero. Ci arrivano progetti da tutta l’Europa. Abbiamo un progetto francese, uno tedesco, uno australiano, uno inglese, uno americano. Abbiamo finanziato progetti senegalesi, cubani, argentini. Più di 80 progetti hanno raggiunto il loro obiettivo e abbiamo liquidato più di 200mila euro di fondi agli ideatori dei progetti.

marta sui tubi foto

Il progetto che ha avuto maggiore successo?

Quello di Gianni Maroccolo, bassista dei Litfiba, che ha raggiunto in due mesi 27.500 euro, raggiungendo il 37% di quello che era il suo obiettivo iniziale, pari a novemila euro. Ha coinvolto più di 200 persone in questa raccolta. E’ stata la campagna di crowdfunding più grossa mai arrivata con un tale successo in Italia.

In tempi di Gangnam Style e Harlem Shake, le potenzialità del web potrebbero portare alla ribalta anche un tormentone italiano nel mondo?

Non vedo perché no. Non che una canzone come Gangnam Style nobiliti i coreani. La cosa migliore è costruirsi una carriera partendo dal basso, lentamente, costruendo la propria credibilità attraverso concerti e bei dischi. Arrivare ad un miliardo di visualizzazioni su Youtube non è una cosa semplice. Gli italiani, poi, sono visti purtroppo nel mondo per quello che è la politica italiana. In questo momento, non godiamo di grandissima considerazione, sia dal punto di vista artistico che da quello economico a politico. E’ difficile in questo momento farsi valere e farsi riconoscere. Oggi il web ci mette a disposizione carte che vent’anni fa non esistevano. Se scrivi la più bella canzone del mondo, oggi può girare anche online ma bisogna prima essere capaci di fare le cose bene. In Italia si pecca un po’ di provincialismo. Si ha difficoltà nel sapersi raccontare.
marta sui tubi giovanni gulino

Start-up e meridione: il commento di un siciliano di successo.

Ci sono più start-up al Nord, ma anche nel meridione ce ne sono di interessanti. Non mi sento particolarmente diverso da un toscano che lancia un sito di IT- commerce o da un calabrese che inventa un modo per far girare l’aria ionizzata nelle industrie. Ho un passato commerciale nelle aziende del terziario. So come funziona un’azienda. So mettere giù una rete di vendita e controllare numeri e carte. Sono stato direttore commerciale e district manager per alcune agenzie di assicurazione e poi per la casa madre di una compagnia.

Un consiglio ai giovani.

Osare, credere. Prendere spunto da quello che c’è all’estero e riadattarlo alla nostra situazione. Basta avere competenza, che è fatta da curiosità e conoscenza. La conoscenza bisogna crearsela. Bisogna conoscere bene l’inglese. Puntare solo sull’Italia è davvero castrante.

Angela Zurzolo

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