Storte e infortuni? Arriva Arbot: il robot fisioterapista made in Italy

Robot fisioterapista

Arbot il robot fisioterapistaIl macchinario sviluppato dall’Istituto di Tecnologia di Genova riproduce la manualità di uno specialista. Costerà quasi trentamila euro. Moltissimi gli utilizzi possibili: dalla riabilitazione sportiva alla telemedicina

 

Infortuni nelle partite di calcetto con gli amici? O una storta mentre andate a fare jogging? Niente paura, da oggi c’è Arbot, il robot fisioterapista messo a punto da un gruppo di ricercatori liguri.

L’Ankle Rehabilitation Robot, Arbot appunto, è nato nei laboratori del progetto Rehab Tech, dove gli studiosi under 35 dell’Istituto di Tecnologia di Genova e quelli dell’Inail di Volterra, hanno sviluppato un sistema robotico che riproduce le abilità manuali di un fisioterapista e le utilizza in un programma di riabilitazione hi-tech.

“Esistono già dispositivi simili ad Arbot, ma nessuno di questi è un robot – ha spiegato il coordinatore del progetto, Jody Saglia – unico nel suo genere, che permette di fare una grandissima percentuale di attività di manipolazioni in autonomia replicando i gesti dello specialista”.

Obiettivo della Rehab Tech è quello di commercializzare il nuovo macchinario entro 18 – 24 mesi, per un costo che dovrebbe oscillare tra i venti e i trentamila euro.

Arbot sarà utilissimo per curare i traumi alle caviglie di sportivi professionisti e dilettanti, ma potrà essere impiegato anche nella telemedicina: grazie a un monitor, il paziente potrà essere seguito da un fisioterapista direttamente da casa, mentre il robot continua la terapia di riabilitazione in maniera autonoma.

Una splendida notizia per chi ha la sfortuna di incappare in infortuni alle caviglie, ma anche per i giovani fisioterapisti che troveranno in Arbot un valido assistente.

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

L'allarme dei presidi: "La sistuazione degli istituti a Roma è disastrosa"

Next Article

Nuovi senatori a vita, le reazioni: "Siamo orgogliosi. Un segno per tutti i ricercatori"

Related Posts