Sit in dei dirigenti scolastici contro il Miur: “Così si scippano le risorse dei presidi”

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Presidi in piazza per protestare contro la mancata assegnazione di fondi per l’aumento degli stipendi – Domani, giovedì 23 gennaio alle ore 11.30, i dirigenti scolastici di tutta Italia protesteranno davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione, a Roma.

Oggetto della contestazione le risorse Ria (Retribuzioni individuali di anzianitàri  circa 18 milioni di euro versati da presidi in pensione e destinati ai nuovi dirigenti scolastici che il Ministero dell’Economia non riconosce ed impedisce pertanto che vengano assegnati al fondo nazionale per i presidi in servizio attraverso le direzioni regionali del Miur.

“Il governo si è ricordato dei professori che fortunatamente non dovranno restituire allo Stato nemmeno un centesimo, ma si è dimenticato dei presidi – dichiara a Il Corriere della Sera Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi – Non si vogliono utilizzare le risorse provenienti dal Ria (Retribuzioni individuali di anzianità) versati da presidi in pensione e destinati ai nuovi dirigenti scolastici. Sono soldi nostri che l’erario c’impedisce d’impiegare altrimenti”.

“Quindi se si congelano e si scippano le risorse dei presidi che vanno in pensione a favore dei di quelli in servizio, avviene che questi ultimi guadagnino duemila euro in meno rispetto al passato – continua Rembado – Quando invece le responsabilità aumentano: ogni preside ha in media 5-6 scuole e quando ha anche la reggenza, si arriva a 10-12. Inevitabile dunque che sia cambiato il ruolo del dirigente scolastico: di certo non conosce, come un tempo, uno per uno tutti i suoi alunni. Oggi è un manager, una sorta di direttore generale che delega e compie continui controlli di gestione come nelle grandi aziende,. Avendo però ahimè soltanto gli oneri non gli onori di un compito così delicato e impegnativo”.

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