Università, il paradosso delle borse di studio: quando lo Stato non rispetta i patti

Come sta l’Università italiana? E’ stato presentato questa mattina a Roma il rapporto dell’ANVUR sulla valutazione dello stato dell’Università e della Ricerca in Italia. Tanti gli argomenti da analizzare, tra cui l’assurda situazione delle borse di studio 

 

LA SPESA PER STUDENTI –  “I dati OCSE annualmente pubblicati nel rapporto Education at a Glance indicano come la spesa in istruzione  terziaria in rapporto al numero degli studenti sia in Italia inferiore a quella media dei paesi OCSE (-30%) mentre è sostanzialmente allineata alla media per i gradi inferiori dell’istruzione. Anche se il confronto basato sul numero degli studenti pone problemi di comparabilità legati alla difficoltà di misurare in maniera omogenea il numero degli studenti tenendo conto di coloro che abbandonano o terminano gli studi oltre la durata legale, tale indicazione trova conferma dal rapporto tra spesa in istruzione universitaria e Prodotto interno lordo, anch’esso sensibilmente inferiore alla media (-37%).

tabella 1

 

Il rapporto OCSE mostra inoltre come in Italia il finanziamento del sistema pur basandosi prevalentemente sulle risorse pubbliche, nell’ultimo ventennio abbia visto ridursi il peso di tale fonte di finanziamento, allineandosi alla media OCSE, e portandosi su valori inferiori a quelli medi europei

 

LE RISORSE – Le risorse stanziate annualmente dal MIUR sono la principale fonte di finanziamento del sistema universitario. Il principale strumento è costituito dal Fondo di finanziamento ordinario destinato al finanziamento delle università statali, su cui gravano in minima parte anche i finanziamenti ai consorzi universitari e altre spese. Vi sono poi i fondi a sostegno della programmazione triennale, i contributi a sostegno delle università non statali legalmente riconosciute, i contributi per gli oneri da interessi su mutui contratti dalla università statali, ed altre voci saltuarie o minori. Per quanto riguarda gli strumenti in favore degli studenti e del diritto allo studio, le principali voci sono costituite dai finanziamenti alle borse di studio post laurea, dal fondo per la mobilità degli studenti e dal fondo per le borse di studio destinato ad integrare le risorse regionali per il diritto allo studio. Nel 2013 il complesso di queste risorse ammonta a 7,3 miliardi di euro, di cui 6,9 destinati al finanziamento del sistema.

tabella 2

Dal 2009 si è registrata una significativa riduzione delle risorse, sia in termini normali sia reali (-13 % e -20 % rispettivamente). Il calo, significativo per molte voci di spesa, è stato determinato principalmente da quello del Fondo di finanziamento ordinario, che da solo rappresenta oltre il 90 % delle risorse complessive. Dall’analisi dei bilanci delle università statali, risulta che le entrate complessive delle università pubbliche sono cresciute in termini reali del 24,9% tra il 2000 e il 2008 per poi diminuire del 12,2% tra il 2008 e il 2012, tornando ai livelli registrati nel 2004.

tabella 3

BORSE DI STUDIO  – Sul diritto allo studio è stato lo stesso ministro Giannini a sbilanciarsi molto chiaramente nel corso della presentazione del rapporto: “E’ assurdo che ci siano studenti idonei che non abbiano ancora ricevuto la borsa”. Il principale intervento a favore degli studenti privi di mezzi è costituito infatti dalla borsa di studio, che viene erogata a livello regionale sulla base di risorse in parte raccolte localmente, tramite le tasse universitarie e gli importi stanziati dalle regioni, e in parte da un apposito fondo del MIUR. Le risorse non sono sufficienti a garantire a tutti gli idonei l’accesso alla borsa, con una quota di copertura che varia nel tempo e tra regioni. Data la riduzione delle risorse, sia a livello nazionale che locale, tra l’anno accademico 2009/2010 e il 2011/2012 si è passati da un tasso di copertura dell’86% a un tasso del 69%.

Le regioni del Mezzogiorno, dove maggiore è l’incidenza degli aventi diritto, presentano tassi di copertura inferiori alla media Anche il numero dei posti alloggio in rapporto agli studenti idonei a ricevere una borsa presenta un’elevata eterogeneità territoriale a svantaggio delle regioni del Mezzogiorno.

TABELLA 4

 

TASSE UNIVERSITARIE – I livelli medi delle tasse di iscrizione nelle università statali era nell’ a.a. 2011/2012 pari a 1.018 euro, contro 4.392 nelle non statali. Gli importi per le università statali erano pari in media a circa 1.350 euro negli atenei del Nord, circa 950 euro in quelli del Centro, 716 in quelli del Sud e 656 nelle Isole. L’incidenza degli studenti esonerati dal pagamento della tassa di iscrizione è di circa il 15% nel Mezzogiorno contro il 10% al Nord e il 9% al Centro. Il livello medio delle tasse universitarie in Italia è allineato alla media dei paesi OCSE.

I dati OCSE mostrano come il Paese si caratterizzi per una quota di studenti che ricevono un sostegno economico relativamente modesta e per un livello delle tasse universitarie allineato alla media OCSE, basso se confrontato con i livelli dei paesi anglosassoni, dove maggiori sono tuttavia gli interventi a sostegno degli studenti, relativamente elevato rispetto ai paesi dell’Europa continentale e ai paesi del Nord Europa.

LA RICERCA – La spesa in Ricerca e Sviluppo in rapporto al PIL è inferiore alla media europea e a quella dei principali paesi industriali. Esistono peraltro notevoli differenze a livello regionale, con alcune regioni italiane allineate alla media UE e altre, principalmente del Mezzogiorno, notevolmente al di sotto.

tabellla 5

 

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