La rivoluzione viene dal gelo. E’ la Finlandia il paese che si è messo in testa di risolvere l’eterno dilemma tra un modello scolastico che non funziona più – lezioni frontali, materie separate fra di loro, nozionistica – e l’introduzione di un nuovo, attuale modo di fare scuola. Quello che è considerato uno dei più importanti modelli di sistema scolastico sta infatti decisamente virando su una concezione diversa del fare lezione: abolire le materie, partire dai problemi reali e quindi applicare le nozioni necessarie per la risoluzione dei problemi stessi. Fatti concreti, presi dalla realtà quotidiana. La matematica, così come la intendiamo oggi, scompare. Non le sue regole, da applicare alla soluzione dei casi.
Un approccio ribaltato insomma: si parte dalla realtà per arrivare alla nozione. Ma i cambiamenti epocali non si fermano qui. Alle lezioni frontali, con un professore che guarda in faccia gli alunni, saranno preferite le classi intese come piccoli gruppi, all’interno dei quali si lavorerà insieme, collaborando, per affrontare le varie questioni. D’altronde, il sistema finlandese è da anni al top delle classifiche Pisa (Influential Programme for International Student Assesment) e queste innovazioni servono a preparare i ragazzi al mondo del lavoro. La “buona scuola” nel paese del nord è già una realtà, anche se il poano sarà attuato a partire dal 2020. Eppure sono passi da gigante quelli fatti dall’istruzione finnica, a partire dagli anni ’70. Con la cura degli ambienti di studio, degli aspetti ludici e di collaborazione tra i ragazzi a fare la differenza.
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