Assunzioni scuola: esodo di insegnanti dal Sud al Nord. Come negli anni del dopoguerra, nei prossimi mesi migliaia di lavoratori meridionali dovranno, probabilmente, fare le valigie e spostarsi a vivere in Lombardia, Veneto o Piemonte; solo che stavolta non saranno braccianti e agricoltori ad emigrare ma migliaia di aspiranti docenti. Effetto del nuovo piano di assunzioni varato dal governo Renzi che prevede sì circa 100 mila immissioni in ruolo entro l’avvio del prossimo anno scolastico, ma che mette a disposizione gran parte di questi posti (circa la metà) solo nelle regioni del Nord Italia.
Una stortura dovuto in realtà al sistema del precariato che ha reso sempre più affollate le graduatorie, in particolare nel Mezzogiorno, dove risiedono circa il 45% dei precari della scuola in attesa di una cattedra. Guardando ai numeri contenuti nella relazione tecnica allegata al DDL La Buona Scuola, attualmente in commissione parlamentare, il totale dei posti messi a disposizione, 100.701 cattedre risulta essere così composto: 18.536 posti lasciati liberi dai pensionamenti; 8.895 posti provenienti dal cosiddetto Piano carrozza per la stabilizzazione dei docenti di sostegno; 24.458 posti dalle cattedre vacanti occupate al momento dai supplenti; 48.812 posti dall’Organico dell’autonomia varato dal Governo Renzi.
Tuttavia, come riporta una elaborazione dati effettuata da La Repubblica sui dati forniti dal Ministero, oltre il 45% delle cattedre disponibili saranno localizzate nel Nord Italia perché è in quelle regioni che si è concentrato il maggior numero di docenti pensionati e in cui il Piano Carrozza prevedeva di assumere gran parte degli insegnanti di sostegno. Inoltre, poi, più di 12 mila posti occupati da supplenti per il corrente anno scolastico si trovano ancora nelle regioni padane (per cui anche questa quota d’assunzioni vedrà la netta prevalenza di posti nel nord).
Una distribuzione che rischia di essere fortemente asimmetrica e che sta mettendo a dura prova i tecnici del Miur, impegnati in questi giorni in prove di distribuzione delle assunzioni su tutta la penisola. Per riequilibrare le percentuali, probabilmente, verranno utilizzati i quasi 49 mila posti messi a disposizione dall’Organico dell’autonomia voluti dal duo Giannini-Renzi. Tuttavia, distribuendo anche questa quota sulla base delle classi, le regioni meridionali e quelle settentrionali avranno all’incirca lo stesso numero di posti (poco meno di 20 mila).
Dati alla mano, al Sud dovrebbero andare circa 33-35 mila cattedre, contando anche un bonus di posti messi a disposizione per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, quando però nel Mezzogiorno si concentrano oltre il 45% dei precari della scuola inseriti nelle graduatorie.
Per i restanti 10-12 mila precari della scuola meridionali si profilerebbe, così, la necessità di fare i bagagli e trasferirsi nelle settentrione per accettare gli incarichi che verranno loro assegnati. Una condizione a cui pochi potranno sottrarsi anche perché quest’ingente immissione in ruolo dovrebbe essere l’ultimo strumento per eliminare le liste ad esaurimento. Non ci saranno altre opportunità per chi sceglierà di rifiutare il trasferimento. In quel caso i docenti che hanno atteso anni in graduatoria dovranno partecipare al nuovo concorsone previsto per il 2016 e ricominciare così una lunga trafila per l’agognato posto fisso.
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