“Da Presidente del Consiglio io entrerò nelle scuole, una volta ottenuta – se così sarà – la fiducia dal Senato e dalla Camera. Mercoledì mattina, come faccio tutte le settimane, mi recherò in una scuola; la prima sarà un istituto di Treviso, perché ho scelto di partire dal Nord-Est, mentre la settimana prossima andrò in una scuola del Sud.”
Quelle che avete appena letto sono le parole che ha pronunciato il premier Matteo Renzi lo scorso 24 febbraio 2014 in Senato, durante il discorso per chiedere la fiducia al suo governo.
“Metto a verbale che la scuola è il nostro punto di partenza. Ogni mercoledì sarò in una scuola del paese”.
In realtà, però, le cose sono andate un po’ diversamente: come accade, il più delle volte, nel mondo della politica, le promesse sono rimaste tali. In effetti le visite ci sono state, ma in maniera piuttosto caotica.
A Treviso il premier ci è andato davvero, insieme al ministro Giannini, in quella che è stata la prima visita ufficiale in una scuola, con tanto di selfie e pacche sulle spalle. Poi è stata la volta di Scampia, e della protesta degli insegnanti fuori dall’istituto. E ancora Milano, Palermo e Siracusa. Poi, il nulla. I mercoledì di Renzi e dei ministri a scuola sono svaniti nel nulla. Chissà se i bambini, ogni mercoledì, stanno ancora aspettando…
RN
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