I ricercatori scrivono a Giannini: "Evitare la fuga dei cervelli"

Un “grave danno economico e culturale”. Ecco la lettera dei giovani ricercatori italiani che hanno partecipato al bando del MIUR “Futuro in Rircerca“. I talenti hanno deciso di scrivere una missiva alla ministra Giannini per chiedere di non passare da “ricercatori di serie B” e di non essere dimenticati, “dopo la spesa di milioni di euro da parte delle casse del Ministero”. Già nello scorso Febbraio l’Onorevole Walter Tocci ha portato la questione in parlamento, ma ancora nulla si è mosso. Ora, i responsabili del progetto 2010, 2012 e 2013 si sono uniti per chiedere a gran voce uno sblocco: “Premiati con milioni di euro… e poi?”
Ecco la lettera dei ricercatori inviata al ministro
 
“On. Ministro Stefania Giannini,
in qualità di Coordinatori e Responsabili di Unità di progetti “Futuro in Ricerca” desideriamo sottoporre alla Sua attenzione alcune problematiche relative alla posizione da Ricercatore a Tempo Determinato di tipo a (RTDa, L. 240/2010, art. 23, comma 3, lettera a) o equipollente con cui molti di noi sono inquadrati.
Rispondendo a un articolo apparso sul quotidiano La Repubblica (3 Dicembre 2014), il MIUR ha fatto esplicito riferimento ad importanti iniziative nazionali, citando i bandi “Rita Levi Montalcini” ed i “SIR-Scientific Independence of young Researchers”. Non si è però fatto alcun riferimento ai bandi “Futuro in Ricerca”, che possiamo considerare i “progenitori” degli attuali SIR. Ricordiamo poi che, mentre la selezione dei progetti SIR è ancora in corso, i progetti “Futuro in Ricerca” sono in fase avanzata e in alcuni casi prossimi alla conclusione o già terminati.
I ricercatori “Futuro in Ricerca” sono inquadrati come RTDa o equipollente e inseriti con 0 (zero) punti organico all’interno della programmazione, in quanto assunti su fondi esterni. L’eventuale passaggio a RTDb è dunque determinato nel valore di 0.5 punti organico, e nel valore di 0.7 per il passaggio a Professore di seconda fascia.
I ricercatori “Rita Levi Montalcini” sono invece inquadrati come RTDb, prevedendo per l’Ateneo la possibilità di “impegnare esclusivamente il differenziale Punti Organico tra il posto di Professore e quello di Ricercatore già riconosciuto dal Ministero all’Ateneo” (MIUR AOODGUN Registro Ufficiale, n. 21381), e agevolando in questo modo il loro inserimento.
Risulta quindi chiaro un trattamento differente dei progetti “Futuro in Ricerca” rispetto ai “Rita Levi Montalcini”. Una differenza che penalizza i bandi “Futuro in Ricerca”, nonostante siano riconosciuti come programmi di ricerca di “alta qualificazione”. Sulla base di quanto sopra esposto chiediamo l’adozione di misure che favoriscano l’inserimento dei ricercatori “Futuro in Ricerca” (con progetti in essere, in scadenza o già completati) negli organici degli Atenei o degli Enti di Ricerca, in una logica di equiparazione del trattamento con i vincitori del programma “Rita Levi Montalcini”.
A questo proposito, desideriamo sottoporre una possibile soluzione: accesso a contratti RTDb o equipollenti senza spesa di Punti Organico a carico degli Atenei o Enti di Ricerca. Cosa più importante, chiediamo, in caso di inserimento nel ruolo di professore, una misura analoga a quella prevista per il programma “Rita Levi Montalcini”: la possibilità per l’Ateneo di impegnare “esclusivamente il differenziale Punti Organico tra il posto di Professore e quello di Ricercatore”.
Analoghe facilitazioni dovrebbero essere previste per favorire l’inserimento a tempo indeterminato dei ricercatori “Futuro in Ricerca” presso Enti Pubblici di Ricerca. Riteniamo opportuno evidenziare che l’assenza di azioni mirate a proseguire le attività scientifiche intraprese con i nostri progetti determinerebbe un significativo danno economico e culturale al nostro Paese. Economico, poiché le somme investite dal Ministero, e quindi da tutti i cittadini italiani, risulterebbero utilizzate per progetti di ricerca destinati a non avere naturale prosecuzione, nonostante i significativi risultati scientifici ottenuti; Culturale, perché questa mancanza di prospettive potrebbe aggravare la cosiddetta “fuga dei cervelli”, con un’ulteriore emigrazione di competenze e conoscenze a beneficio di altri Paesi.
A questo riguardo ci preme ricordare che i progetti “Futuro in Ricerca” hanno consentito il coinvolgimento di numerosi giovani ricercatori (assegnisti, post-doc e contrattisti) che hanno potuto beneficiare di questa importante opportunità per procedere nel loro percorso di formazione e specializzazione in Italia. Il MIUR stesso, nel bando 2013, sosteneva “il finanziamento da parte del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del Programma “Futuro in Ricerca 2013″ volto a favorire il ricambio generazionale presso gli Atenei e gli Enti Pubblici di Ricerca afferenti al MIUR, al fine di rafforzare le basi scientifiche nazionali”. Siamo certi che azioni mirate consentiranno di non disperdere e sprecare il patrimonio scientifico costruito attraverso i progetti “Futuro in Ricerca”, garantendo una prosecuzione delle ricerche già in essere che, grazie alla costituzione di laboratori, centri di ricerca e collaborazioni scientifiche, hanno attivato reti di ricerca altamente qualificate sia a livello nazionale che internazionale. Siamo grati dell’attenzione che dedicherà ai rilievi da noi sollevati. Restiamo in attesa di un Suo cortese riscontro, rendendoci disponibili per ogni chiarimento nelle sedi e modalità da Lei ritenute più opportune”.
 

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