L’Italia è un paese di giovani disoccupati e sfiduciati. A restituire questa drammatica fotografia dl nostro paese sono i dati Istat riguardo il primo trimestre del 2015: nel Bel Paese, infatti, ci sono 3,5 milioni di persone che, pur disponibili sul mercato del lavoro, non cercano nemmeno un impiego, di queste, 1,6 milioni sono inattive perchè scoraggiate (300 mila unità in più rispetto allo stesso periodo del 2014). Una cifra cui va aggiunto il popolo dei disoccupati: 3,3 milioni di persone.
I dati Istat, quindi, parlano di un numero complessivo di quasi 7 milioni di disoccupati in Italia. Una percentuale impressionante: oltre il 10% di tutta la popolazione (che si aggira intorno ai 60 milioni).
E ad alimentare le file dei senza lavoro sono proprio i giovani dal profilo più alto: nel nostro paese, infatti, meno della metà dei laureati risulta occupato entro i tre anni dal conseguimento del titolo, appena il 49,6% contro una media europea prossima all’80% (78,2% quella della Ue a 28 Stati). Peggio di noi fa solo la Grecia, ferma al 45% dei ragazzi tra i 20 e i 34 anni impiegati e con il titolo superiore.
A fare le spese di una situazione difficile ad ogni livello sono, ovviamente, le categorie più svantaggiate: le donne prima di tutti. Stando ai dati Istat, infatti, il tasso di attività femminile in Italia è di oltre 12 punti percentuali più basso di quello della media europea (il 54,4% delle donne in età lavorativa trova un impiego nel nostro paese contro il 66% della media europea), con punte di distacco che arrivano fino ai 25 punti percentuali in rapporto ai paesi che hanno fatto delle pari opportunità un elemento imprescindibile di crescita sociale ed economica (in Svezia, ad esempio, il 79,3% delle donne ha un lavoro).
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