Test di medicina: tagliare “solo” 1.000 posti non basta. Dopo le indiscrezioni trapelate negli scorsi giorni che vedrebbero i posti disponibili per accedere ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia tagliati di quasi il 10% (si parla di circa 1.000 posti in meno) e le conseguenti polemiche sollevate da studenti e sindacati, a rincarare la dose è arrivata anche la dichiarazione dell’Ordine dei Medici, secondo cui il numero resta ancora troppo alto e dovrebbe scendere di altre 2.000 – 2.500 unità.
La Fnomceo (Federazione nazionale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) chiederebbe di “abbattere a 6.500 – 7.000 il numero degli accessi a Medicina, fabbisogno adeguato a soddisfare il turnover dei medici, senza creare sacche di disoccupazione e sottoccupazione. E ciò in attesa di una revisione dei criteri di programmazione dei professionisti da formare sulla base delle esigenze di salute della popolazione”.
Era stata la presidente Fnomceo, Roberta Chersevani, lo scorso 26 giugno a chiedere un cambiamento immediato: “Se non si corre ai ripari nei prossimi 10 anni saranno 25mila i medici che non avranno alcuna possibilità di sbocchi occupazionali nel servizio sanitario nazionale”.
Un blocco causato, in parte, anche dai numerosi ricorsi vinti dagli studenti negl’anni, che hanno messo in crisi il sistema del numero chiuso: “Sono 10mila ogni anno gli immatricolati a Medicina e questo solo secondo il numero programmato, perché altri 9mila posti sono stati, negli ultimi cinque anni, resi disponibili a seguito dei ricorsi degli esclusi – – proseguono dal Fnomceo – dei 10mila immatricolati, l’85 per cento arriva alla laurea: 8mila e 500 medici l’anno, a fronte di 6mila/6mila e 500 posti nelle Scuole di specializzazione e nel corso di Formazione in medicina generale. Risultato: un esubero annuale di 2mila e 500 medici, destinato a crescere esponenzialmente”.
Un’emorragia cui i giovani medici provano a rispondere emigrando: “Già sin d’ora, sono sempre di più i giovani medici – continuano gli ordini professionali – che richiedono il “good standing”, il certificato necessario per esercitare all’estero”.
Bisognerà ora vedere a quali sirene darà ascolto il Miur: alle preoccupazioni degl’Ordini professionali, infatti, fanno da controaltare le richieste degli aspiranti camici bianchi, già spaventati dalla riduzione di 1.000 posti nei test d’ingresso a medicina per l’a.a. 2015/2016.
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