Test Invalsi alle scuole medie, Ajello: "Prova di cittadinanza per 560 mila studenti"

Alle scuole medie è tempo di Invalsi. Oggi, per oltre 560 mila studenti alle prese con gli esami di fine anno, è prevista la prova di comprensione predisposta dall’Istituto nazionale di valutazione: due le materie previste, italiano e matematica, una serie di quesiti cui rispondere in 75 minuti. Alla fine del test, agli elaborati verrà assegnato un voto che farà media per stabilire la votazione finale con cui i ragazzi usciranno dalle scuole medie.
Oltre alla prova nazionale di oggi, sono previste altre due date in cui si svolgeranno i test: il 24 giugno e il 2 settembre. Terminata la prova odierna, le sottocommissioni correggeranno i test degli studenti utilizzando un’apposita griglia predisposta dall’Invalsi e disponibile pubblicamente a partire dalle ore 12 di oggi (questo il link per scaricare la griglia di valutazione). Il voto massimo è fissato il 10/decimi. Nelle aule predisposto uno stretto controllo dei commissari: le scuole dovranno nominare due docenti per la vigilanza che dovranno insegnare una materia diversa da quella d’esame. Nessun altro, oltre ai professori nominati quali vigilanti e al presidente, potrà essere presente nelle aule durante le prove.
Come ogni anno, è molto probabile che le prove Invalsi suscitino aspre polemiche da parte dei genitori e degli studenti, ma anche di buona parte del corpo docente che vede nei test di valutazione uno strumento poco utile a fotografare le reali competenze acquisite dai ragazzi. Di diverso avviso la direttrice dell’Istituto, Anna Maria Ajello: “All’ultimo anno della scuola secondaria dobbiamo valutare un diritto di cittadinanza, la gente deve saper comprendere un testo scritto – spiega la presidente Invalsi – Quando sento alla tv un giornalista che dice ‘sopprimere un cadavere’, penso che ci sia un problema di comprensione che va appurato. Fare delle prove è una fase della vita, noi come adulti abbiamo la responsabilità di farle al meglio. L’Invalsi può migliorare sempre, faremo presto un convegno per discutere con precisione in merito. Ma saper fare delle cose a livello minimale è un diritto di cittadinanza”.

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