Medicina ad Enna, i dettagli: "Il titolo sarà riconosciuto in Italia"

Non si placano le polemiche intorno all’apertura della sede dell’Università statale della Romania Dunarea De Joso di Galati, ad Enna. Ad intervenire, ora, sono gli stessi docenti universitari italiani, che in una nota congiunta si scagliano contro la creatura dell’ex senatore Crisafulli.
“A Enna vediamo una conseguenza diretta della non abolizione del numero chiuso, richiesta dalle Organizzazioni universitarie rappresentative di professori, tecnici, amministratori e studenti. Abbiamo sempre ritenuto che sia imprescindibile l’abolizione del numero chiuso per tutti i corsi di laurea – continua l’ANDU – e che sia necessario l’avvio di efficaci sistemi di orientamento e tutorato e che si debba immediatamente abbandonare il sistema dei test d’ingresso, una lotteria che ha fatto dipendere il futuro di tanti giovani da prove inaffidabili, le cui regole peraltro sono cambiate continuamente. Un’inutile violenza contro migliaia di ragazzi e le loro famiglie”.
Intanto crescono i dettagli sul nuovo corso di laurea in medicina e professioni sanitarie ad Enna. Le tasse – come anticipato dallo stesso Crisafulli, mattatore del corso – saranno orientativamente tra i 9 e i 10 mila euro per la facoltà di medicina, e tra i 4 e 5 mila euro per le professioni sanitarie.
“È un costo più alto rispetto alle università italiane  –  dice l’ex senatore a Repubblica –  ma il paragone deve essere fatto con quelle straniere, considerando anche le spese necessarie per studiare all’estero. Questa facoltà nasce proprio per evitare che i ragazzi vadano fuori”.

E i docenti? Per il momento saranno tutti rumeni e verranno esclusivamente dall’Università Dunarea de Jos di Galati, almeno per il primo anno accademico. “Se – continua Crisafulli – nel proseguo delle attività accademiche si dovesse rendere necessario l’apporto di docenti italiani, la Fondazione Proserpina ha già predisposto un elenco dal quale attingere, previa acquisizione della disponibilità del docente stesso”.

Molti studenti, però, si chiedono se il titolo sarà riconosciuto in Italia. “Il titolo sarà riconosciuto perché la Romania ha la sua agenzia di valutazione accreditata con l’Ue  –  assicura Crisafulli  –  per accedere gli studenti dovranno seguire un nostro corso intensivo di dieci settimane e di lingua romena. Dopo potranno accedere ai test di ammissione seguendo i criteri delle università statali della Romania. I corsi di rumeno sono previsti per fine settembre, i test per novembre, in tempo per partire con l’anno accademico 2015-16. Crisafulli, infine, annuncia una novità tutta per gli studenti italiani: “Potranno fare attività sui cadaveri andando in Romania, dove è legale, mentre in Italia questo non avviene”.

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