In questi giorni è tornata al centro del dibattito pubblico la controversa inaugurazione ad Enna di una sede distaccata della Facoltà di Medicina dell’Università romena Dunarea di Jos di Galati. Questa apertura, fortemente voluta dall’ex senatore PD Mirello Crisafulli, sta incontrando resistenze sempre più forti dal MIUR, che nella giornata di mercoledì ha chiesto ufficialmente l’interruzione delle lezioni, vista la non corrispondenza della sede di Enna all’ordinamento italiano, ma solo a quello Romeno e Comunitario.
Dagli studenti ai rettori, in tanti si stanno schierando in maniera molto netta contro i fatti di Enna. “La CRUI esprime apprezzamento e sostegno per la ferma posizione del MIUR e dei Rettori siciliani sulla questione dei corsi di medicina attivati, a Enna, dalla Fondazione Proserpina – scrivono i rettori italiani in una nota al Corriere dell’Università – . La s.r.l, che nella compagine societaria vede l’Università romena Dunarea De Joso di Galati, ha agito totalmente al di fuori del quadro normativo.
“Gli studenti – ha dichiarato Gaetano Manfredi, Presidente della CRUI – hanno bisogno di regole certe e di un’offerta didattica trasparente. Le iniziative come quella di Enna, a cui il nostro sistema universitario è completamente estraneo, creano confusione e minano la reputazione degli atenei italiani”.
“Mi auguro – ha concluso Manfredi – che la decisa presa di posizione delle istituzioni nazionali e locali, a tutela in primo luogo degli stessi studenti, consenta di ripristinare una quadro di piena legittimità.”
Anche gli studenti sono sul piede di guerra. Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, dichiara: “Basta prese in giro! Il caso di Enna è solo l’ultimo di una serie di tentativi di eludere il sistema a numero chiuso previsto nell’università italiana, come ad esempio l’Università di Tor Vergata che da anni prevede, a costi assai elevati, corsi a numero aperto in Albania. La vicenda di Enna va affrontata non come uno scontro tutto interno al PD, tra Crisafulli e il sottosegretario Faraone, ma come una questione di rilevanza nazionale. Va ribadito con forza che non esistono scorciatoie, riservate a chi ne ha le possibilità economiche, per eludere il numero chiuso: va, invece, smontato l’attuale modello.”
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