Concorsone, ANIEF attacca: "Il MIUR calpesta i principi di meritocrazia"

“Se al concorso a cattedre fossero stati ammessi tutti i laureati, senza introdurre il vincolo dell’abilitazione, rispettando in tal modo i parametri europei in materia di procedure nazionali pubbliche, allora sì che avremmo ringiovanito il corpo docenti italiano. Invece, si è presa la strada contraria ed ora si vuole dimostrare pure che non è vero”. A dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel commentare e smentire i numeri ufficiali pubblicati dal Miur sui partecipanti alla selezione per aggiudicarsi 63.712 posti da assegnare nel prossimo triennio.
Per il sindacato, il Miur aveva la possibilità concreta di presentare un quadro anagrafico dei partecipanti al concorso davvero molto più confortante. Detto che i ricorsi con Anief superano quota 25mila, forse prossimi ai 30mila – si tratta infatti di un candidato su sei escluso dalle prove – questi aspiranti docenti sono per il 55% degli under 35. Tutti giovani che ora sono legati alla decisione del Tribunale Amministrativo del Lazio. Le regioni, ad oggi, con più ricorsi sono risultate Sicilia, Campania e Lombardia.
“Ma c’è dell’altro – continua il presidente Anief – perchè adottando una fase transitoria, prima dell’entrata a regime del nuovo reclutamento previsto dalla Legge 107/15, il Ministero dell’Istruzione avrebbe ottenuto solo benefici. Immettendo nei ruoli dello Stato diverse risorse umane giovani e dalle comprovate capacità. Per fare questo, però, occorreva riservare, da una parte, il 40% dei posti messi a bando a chi ha svolto oltre 36 mesi di servizio, come previsto dall’articolo 35, comma 3-bis, lettera a del decreto legislativo 165/2001. Dall’altra, avrebbe dovuto aprire proprio ai quei giovani laureati che hanno studiato all’Università esattamente per fare questo”.
“Invece – continua Pacifico – si è preferito tenere la testa sotto la sabbia. Calpestando i più elementari principi di meritocrazia e parità di accesso alle selezioni pubbliche. I numeri su coloro che hanno fatto ricorso con noi parlano chiaro. E abbiamo fondate speranze che possano partecipare alle prove, alimentate ancora di più dalle prime sentenze positive in merito, sui 10 provvedimenti d’urgenza presentati, che i Tar stanno emettendo in questi giorni”, conclude Pacifico.

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