Nuova vittoria UDU contro il numero chiuso. Il Consiglio di Stato ne ammette 400

Ancora una vittoria per l’UDU, l’unione degli universitari aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato per far riammettere 400 candidati al test di medicina 2016. La palla passa ora al Miur

Ancora una sentenza che riapre il dibattito sul numero chiuso all’università. Fra studenti che ne chiedono l’eliminazione e molti dall’altra parte a sostenere che l’accesso vada regolato.
Il Consiglio di Stato ha accolto con ordinanza collegiale l’appello degli Avvocati Michele Bonetti(storico difensore dei diritti degli studenti) e Santi Delia sconfessando la posizione del MIUR e del TAR e scegliendo, espressamente, la soluzione proposta dall’UDU che, proprio sulla domanda n. 16, ha patrocinato un maxi – ricorso collettivo a difesa degli studenti. Con questa sentenza circa 400 studenti in tutta Italia potranno essere ammessi al corso di Medicina.
Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari, dichiara: “Il MIUR aveva sterilizzato gli effetti della domanda n. 16 attribuendo a tutti i concorrenti, indistintamente, il punteggio positivo di 1,5. In una graduatoria in cui oltre il 20% degli ammessi è deciso proprio nel gap di una domanda tale scelta si è rivelata decisiva per migliaia di candidati ammessi o esclusi grazie a tale imponderabile fattore. Avevamo proposto, ricordando l’esperienza del 2013 ed il caso bonus maturità cancellato dal Governo nel giorno delle prove di esame, che in casi come questo l’unica soluzione utile per tutelare la par condicio dei concorrenti sarebbe stata quella di redigere una graduatoria virtuale, parallela rispetto a quella ordinaria, ove rintracciare, in concreto, tutti i soggetti realmente danneggiati. Il Consiglio di Stato ha accolto questa tesi, riportata dall’UDU nel processo. Si tratta del primo accoglimento nazionale, grazie al quale il MIUR viene investito dell’onere di “riesaminare la posizione di coloro che abbiano proposto tempestivo ricorso avente ad oggetto il medesimo quesito 16, onde evitare la proliferazione di ricorsi seriali”. “.
Gli Avvocati Michele Bonetti e Santi Delia dichiarano: “È una vittoria importantissima che da ragione a quanto abbiamo sostenuto da subito e che scaturisce da i nostri accoglimenti con decreto cautelare di una settimana fa. Secondo il Consiglio di Stato la decisione del MIUR è stata errata, senza se e senza ma: “il Ministero, piuttosto che assegnare il medesimo punteggio a tutte le risposte (e quindi anche a quelle palesemente errate), secondo quanto previsto dal bando, avrebbe dovuto attribuire 1,5 punti alla sola risposta verificata esatta (ancorché differente da quella erroneamente identificata, inizialmente, come corretta dalla stessa Amministrazione), 0 punti alla risposta non data (è il caso dell’odierno ricorrente) e – 0,4 punti alla risposta errata, in quanto solo tale soluzione è coerente con il principio della par condicio dei concorrenti”. Il MIUR, a questo punto, “al fine di individuare la posizione in graduatoria spettante all’odierno ricorrente in applicazione di tale metodo, all’Amministrazione deve essere ordinato di riformulare virtualmente le graduatorie d’interesse”.
Continua Elisa Marchetti: “Grazie alla nostra azione, avranno pertanto la possibilità di rientrare ed essere ammessi per l’a.a. 2017 tutti coloro che alla domanda n. 16 hanno risposto D (secondo l’ordine ministeriale) e che sono a circa 1,9 punti e coloro che non hanno risposto alla domanda e che sono a circa 0,4 punti dall’ultimo degli ammessi. Continuiamo a raccomandare a tutti i ragazzi di continuare a confermare l’interesse per rimanere in graduatoria, specie alla luce di queste nostre vittorie. Sin da subito come UDU e studio legale Bonetti & partners abbiamo evitato di condurre speculazioni sulla questione dei test di medicina, evitando di dare false speranze, a differenza di altri che hanno millantato azioni legali che invece stanno vedendo nelle aule di tribunale la loro fragilità. Per questo siamo estremamente soddisfatti che i primi pronunciamenti ci stiano dando ragione e continueremo a condurre la nostra battaglia contro questo sistema di accesso.”
Conclude la coordinatrice dell’UDU: “È ormai evidente il fallimento del numero chiuso, che ogni anno costringe gli studenti a dover ricorrere alle vie legali per vedere riconosciuto il proprio diritto a iscriversi nel corso scelto per il proprio futuro, affidandosi a volte anche a pericolosi studi legali che sulla vicenda delle domande copiate dalle società produttrici di test ricostruivano i punteggi degli studenti promettendo di passarli da 20 punti a 60. Il MIUR deve smettere di ignorare la questione e farsi carico del fallimento del sistema di accesso programmato, convocando immediatamente le rappresentanze studentesche per discutere il suo superamento. Noi continueremo a portare avanti la nostra battaglia politica, sindacale e legale verso il nostro obiettivo: il libero accesso. Non si può più aspettare.”

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