Secondo il recente studio “The Aggradational Successions of the Aniene River Valley in Rome: Age Constraints to Early Neanderthal Presence in Europe”, ralizzato da ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, in collaborazione con i paleontologi e i paleoetnologi dell’Università di Roma La Sapienza, Tor Vergata e Roma, pubblicato su Plos One,«I resti della Valle dell’Aniene costituiscono la più antica evidenza diretta della presenza dell’uomo di Neanderthal sul continente europeo, aprendo nuovi scenari sulle possibili tappe dell’evoluzione dell’uomo e sui flussi migratori attraverso il vecchio Continente».
E’ stato scoperto che i due crani di Homo neanderthalensis, rinvenuti all’inizio degli anni ’30 a Roma, nel sito di Saccopastore, hanno 250mila anni. I reperti venuti alla luce erano stati considerati di transizione tra Homo neanderthalensis e il suo antecessore Homo heidelbergensis. La scoperta è importante se si considera che la stessa età di 295mila anni è stata ipotizzata dai paletnologi inglesi per gli strumenti in selce attribuiti alle prime presenze dell’Uomo di Neanderthal in Europa.
I resti della Valle dell’Aniene, quindi, costituiscono la più antica evidenza diretta della presenza dell’Uomo di Neanderthal sul continente europeo, aprendo nuovi scenari sulle possibili tappe dell’evoluzione dell’uomo in Europa e sui flussi migratori attraverso il vecchio Continente.
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