Niente più gesso, le fratture verranno curate con una protesi stampata in 3D. In gergo tecnico si tratta di un esoscheletro in plastica ABS stampato in 3D. La sperimentazione partita a Napoli prevede l’applicazione dell’esoscheletro su fratture composte stabili a un braccio, per le quali attualmente viene effettuato il trattamento con apparecchio gessato tradizionale.
L’esoscheletro è prodotto sulla base di calcoli strutturali effettuati da un ingegnere biomedico e un ingegnere edile, avvalendosi di informazioni cliniche e morfologiche raccolte sia attraverso la radiografia che mediante sistemi di scansione 3D dell’arto fratturato. Il tutore personalizzato così prodotto è molto più rigido del tradizionale gesso; totalmente immergibile in acqua; leggero, aperto e poco ingombrante; igienico e conforme alle esigenze ergonomiche della persona.
Il progetto pilota è partito grazie a un contributo liberale di 50 mila euro concesso dalla Banca d’Italia e su iniziativa della Fondazione Santobono Pausilipon, Azienda Ospedaliera Santobono Pausilipon e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
La sperimentazione ha già raccolto l’interesse di altri ospedali pediatrici italiani che hanno evidenziato la volontà di estenderla presso la propria struttura. In questo modo lo studio potrebbe diventare multicentrico in tempi brevi.
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