"Buona Scuola", presidi scendono in piazza contro responsabilità penale e tagli

È la prima volta che accade nella storia repubblicana che i presidi delle scuole italiane sono costretti a scendere in piazza per protestare. Oggi lo hanno fatto contro la riforma della “Buona Scuola” che li ha visti progressivamente caricati di doveri e oneri, senza il reale riconoscimento economico dei dirigenti di seconda fascia quali sono. Di.S.Conf. (Dirigenti Scuola), Anp, Udir, sono alcune delle sigle sindacali che sono scese oggi in piazza chiedendo reali potere di spesa per quanto riguarda l’edilizia scolastica a fronte delle grandi responsabilità date dalla riforma, comprendenti anche il penale, e il riconoscimento delle indennità di anzianità perché “non è possibile che un dirigente prenda 2.400 euro mensili arrivando a gestire a gestire un centinaio di professori e fino a 1500-2000 studenti”. Ad affermalo è Attilio Fratta, presidente del Di.S.Conf, sindacato dei dirigenti scolastici che lunedì 22 maggio ha iniziato uno sciopero della fame a oltranza, incatenandosi di fronte il Miur, e che nella giornata di ieri è stato interrotto dopo aver ottenuto un incontro in Commissione cultura.
“La misura è colma – sottolinea Fratta – la categoria non è più disposta ad essere il capro espiatorio di ogni situazione con una retribuzione vergognosa. Siamo o no dirigenti di seconda fascia anche noi?”. I presidi delle scuole sono stati caricati di molte responsabilità con la riforma “Buona Scuola”, come ad esempio quella penale in materia di edilizia scolastica, “ma assurdamente non abbiamo potere di spesa che è demandato agli enti locali che non lo fanno – puntualizza – Non possiamo essere noi responsabili penalmente per una struttura scolastica quando l’80% delle scuole italiane non sono a norma e lo Stato non interviene”. Il paradosso è dietro l’angolo. A Termoli un dirigente scolastico, Pierluigi Branzitelli, dopo aver scritto più volte al comune non è accaduto nulla; però quando alla fine pur di certificare il danno a fronte di un verbale ha chiamato i vigili comunali questi hanno dovuto fare la multa a lui come responsabile. Il cortocircuito è evidente. “Ieri al Senato Luis Orellana è intervenuto chiedendo la modifica del Dlgs 81 del 2008 in modo che la responsabilità venga distinta. “Le multe stanno fioccando a non finire – continua Fratta – e siccome sono penali neanche le assicurazione che abbiamo ci coprono. E in un momento in cui lo stato cerca qualsiasi appiglio per fare cassa!”.
Stessa rabbia per le indennità di anzianità a cui i dirigenti entrati dopo il 2000 non hanno diritto. “Ho detto all ministra che se i soldi non ci sono per la crisi allora devono togliere le indennità anche agli altri dirigenti pubblici di seconda fascia, non solo a quelli scolastici”. Senza dimenticare, poi, la problematica delle reggenze: le sostituzioni di scuole in cui non ci sono presidi di ruolo. Obbligatorie per legge, hanno un rimborso spese di 400 euro lordi che spesso non bastano per gli spostamenti – le scuole sono spesso distanti decine di km –, “aumenteranno il prossimo settembre perché il concorso che doveva essere fatto nel 2014 ad oggi non è ancora stato bandito”, spiega Fratta. “Questo significa che chi aveva acquisito la possibilità di mobilità, difficilmente potrà averla”. Eppure i soldi per le perequazioni in uscita e in entrata non sono una cifra mostruosa. “Abbiamo consegnato i dati precisi lunedì alla ministra Fedeli, sono 112 milioni l’anno per tre anni. Più o meno – afferma il presidente dei Dirigenti Scuola – il costo dei voli di stato di alcuni ministri Roma-Catania. Dirò di più – conclude – quando abbiamo presentato queste problematiche ci hanno detto che avevamo ragione!”.
La ministra Valeria Fedeli ha assicurato che «il dialogo è aperto» e di condividere una parte delle loro richieste. «Anche io sono per la semplificazione, ma dobbiamo ragionare insieme di queste cose» ha affermato aggiungendo che «ogni figura professionale della scuola, i docenti come i presidi, va valorizzata». «Per tanti anni non si è investito nella scuola sia dal punto di vista finanziario sia come valore sociale» ha ricordato Valeria Fedeli facendo riferimento anche agli 8 anni di «non rinnovo» contrattuale. «Ora – ha aggiunto – abbiamo chiuso la delega sulla pubblica amministrazione, che era un presupposto imprescindibile. Il prossimo passo è l’atto di indirizzo dell’Aran e poi apriremo il confronto». 
 
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Sciopero presidi contro “Buona Scuola”, parla il dirigente Giuseppe Di Vico dell’Udir

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