Laurea a Papa Francesco: la polemica non si placa

Un comitato spontaneo di studenti, dottorandi e specializzandi ha promosso ricorso contro la laurea ad honorem in Medicina che l’Università di Salerno avrebbe dovuto conferire a Jorge Mario Bergoglio (papa Francesco per la Chiesa Cattolica Apostolica Romana).
Nel mese di marzo il Consiglio di dipartimento di medicina, chirurgia e odontoiatria della Scuola Medica Salernitana, su proposta del suo direttore Mario Capunzo, aveva proposto l’assegnazione della laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia al pontefice. Ma dall’ufficio stampa della Santa Sede avevano fatto sapere che il Papa non riceve onorificenze né premi dedicati alla sua persona. Il rifiuto non sembra aver fermato il direttore del dipartimento né il Rettore Aurelio Tommasetti. 
Il Comitato, rappresentato da Roberto Amabile, non nuovo ad iniziative di questo genere (si era già opposto al conferimento di una laurea honoris causa al presidente di Ge Oil & Gas), impugna la delibera del Dipartimento di Medicina dinanzi al Senato Accademico, evidenziando vizi di forma e di sostanza che dovrebbero – secondo i proponenti – portare il Senato Accademico alla revoca della laurea. «Siamo fiduciosi che il Senato accoglierà il nostro ricorso – commenta Roberto Amabile, referente per il Comitato – e che stralcerà la delibera del Dipartimento, scritta più in fede che per intelletto. Vorremmo in particolare che il rettore Tommasetti si ricreda della proposta incensata dal direttore Capunzo, e sia animato dalla responsabilità che le carte suggeriscono. Abbiamo a cuore il buon nome della comunità accademica salernitana e in generale delle università italiane: laureare un papa in medicina perché “medico delle anime” è allo stesso livello di laureare un carrozziere in “medico delle automobili“, con la sola differenza che nell’ultimo caso non assisteremmo a un gesto così sfacciatamente e insolentemente clericale. Per questo – conclude Amabile – invitiamo il Senato a non farsi accecare da motivi ideologici o corporativi e a valutare il merito del nostro ricorso, cancellando questa brutta pagina per l’Università italiana».
 
Corriereuniv.it ha raggiunto il referente del  Comitato Roberto Amabile.
L’idea iniziale da dove è partita? Noi abbiamo la delibera originale, in quanto abbiamo fatto la richiesta di accesso agli atti, e sembra davvero che l’idea arrivi dal Direttore Capunzo. Il direttore ha proposto di dare la laurea honoris causa a sua santità Papa Francesco “perché universalmente riconosciuto come medico delle anime” stando agli atti quindi, l’idea è stata del prof Capunzo e poi il dipartimento accoglie tal quale le motivazioni del direttore. Stando alla delibera, non c’è stato un dibattito vero e proprio, un’elaborazione del pensiero del Direttore.
Il ricorso sarà presentato al Senato Accademico, quando è prevista la loro riunione? Il ricorso verrà presentato oggi ed il Senato ha tempo 90 giorni per discuterlo. 
Chiederete qualcosa in particolare al Rettore? Al rettore Tommasetti chiediamo di ravvedersi, perché la delibera ha vizi evidenti non solo di sostanza ma anche di forma. Esiste un regolamento interno per le assegnazioni delle lauree honoris causa: il regolamento dice che le delibere devono partire dal consiglio didattico e non dal dipartimento. Il consiglio didattico ha la massima cognizione di cosa voglia dire quell’ambito disciplinare professionale,mentre il dipartimento, seppur composto per la stragrande maggioranza di persone del consiglio didattico, è comunque spinto da altre ragioni amministrative e personali. La proposta è del consiglio didattico, è una forma che poi si fa sostanza, sono giochi burocratici per i quali la delibera dovrebbe già essere nulla.  
Perché Mario Capunzo ha proseguito nonostante avesse ricevuto uno stop dal Vaticano? Sui giornali è uscita la notizia di una sorta di scontro tra la Santa Sede e l’Università di Salerno. Poi se ci fossero ulteriori motivazioni dietro io non posso saperlo.  Il regolamento di ateneo, parafrasando, dice che le lauree honoris causa servono per far pubblicità all’ateneo, il dipartimento poi neanche cita queste motivazione ma la giustifica dicendo “per le capacità di Sua Sanità universalmente riconosciute di medico delle anime”. La cosa assurda è che queste motivazioni non sono coerenti con la normativa vigente sulle lauree honoris causa. Generalmente chi viene premiato con una laurea tale ha dimostrato di essersi distinto in uno specifico campo all’interno del percorso accademico. Che sia per merito di un Nobel o per una copiosa pubblicazione scientifica o per una acclamata notorietà, deve dimostrare coerenza con il titolo a lui conferito. E non è questo il caso!
Questo clericalismo non ha nessun senso: è come dire che il mio carrozziere è medico delle automobili. La parola chiave è perizia, se una persona non è competente in quell’ambito disciplinare manca dei requisiti della laurea che è a tutti gli effetti una laurea con valore legale per legge. Ragionando in modo assurdo il Papa potrebbe anche partecipare ad un concorso per la specializzazione. Davvero abbiamo toccato il fondo con questa iniziativa.
 
Dal minuto 0,48 le spiegazioni di Capunzo alla laurea proposta al Papa
 
 

Leggi qui —-> File integrale del Ricorso: ricorso_nodati

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