Il prof. Fedez in lectio magistralis

Quando si parla di innovazione e di startup la prima immagine che potrebbe venire in mente sono dei giovani creativi pronti a sfidare il mondo con rivoluzionari sistemi ipertecnologici o brillanti soluzioni a problemi concreti, alle volte però i progetti non sono propriamente ancorati alla realtà. Così come il rapper Fedez che ti parla di Siae al Luiss Enlab, il forum dedicato alle imprese innovative svoltosi ieri al terzo piano della stazione Termini, in via Marsala. 
Tra le molte conferenze anche una sulla regolamentazione delle nuove forme di impresa, che ha visto lo scontro tra il parlamentare Francesco Boccia del pd, presidente Commissione bilancio, e Fabio Maccione di Flixbus che ricorda la regolamentazione ai danni della low cost del trasporto su gomma. Il parlamentare democrat gli rammenta a questo punto che nuovi mercati richiedono nuove regolamentazioni. Un botta e risposta su business e regole in cui appare il comunista con il Rolex. Fedez non è certo Jay-Z, che investe in startup, lui – parole sue – i soldi non ce li mette perché è “molto bravo a chiederli”. Infatti, la società Soundreef di Davide D’Atri, operante nel Regno Unito, ha visto un’impennata da quando il rapper milanese ha deciso di fargli gestire gli introiti delle royalties monopolio della Siae. Ma la storia finisce pressapoco lì.
La tematica Siae riscalda gli animi e alla domanda dell’operato di Franceschini sullo spinoso tema secondary ticketing, Fedez ritorna alla questione diritti affermando che il ministro dei Beni Culturali sarebbe in conflitto di interessi: sua moglie gestisce gli immobili di Siae. Inoltre si domanda del perché se l’Europa ha chiesto di togliere il monopolio, l’Italia non ha mai risposto? Tema sfondo della conferenza stessa, ideata proprio con l’intento di proporre la creazione di un organismo di tutela per le start-up presso il Mise, per consentire ai giovani imprenditori di interagire con lo Stato e le istituzioni in modo “trasparente e regolamentato”.

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