I tempi sono maturi e l’IIT in espansione trova uno scopo per i 427 milioni di euro pubblici che lo Stato italiano ha donato all’ente genovese in questi anni. Ricerca? No ristrutturazione di immobili e laboratori. I soldi del famoso “tesoretto” accantonato dall’Istituto Italiano di Tecnologia che avrebbero dovuto finanziare la ricerca italiana in stato vegetativo, verranno usati per arredare il nuovo immobile da 15 milioni agli Erzelli di Genova (comprato dall’agenzia Invitalia del Ministero dell’Economia con fondi del 2000). Nella torre di quattro piani, infatti, sorgerà il nuovo centro per Human Technologies, il cui investimento iniziale in laboratori e interni ammonta a 9,3 milioni. Ad aggiungersi, poi, un’altra parte non meglio specificata che verrà usata per la ristrutturazione dell’ex concessionario Fiat-Morini di San Quirico sede del nuovo centro di robotica.
Mentre per l’accordo informale che si diceva trovato a fine maggio tra Miur, Mef e i vertici dell’istituto, è stato rivisto al ribasso. Siamo passati da 250 milioni dei soldi pubblici per far respirare la ricerca italiana a 200 milioni: ancora non meglio precisate le modalità d’uso per i progetti di interesse nazionale. Se pensiamo che l’istituto genovese è, di fatto, l’unico referente in ambito di ricerca del nuovo polo milanese Human Technope, e che, secondo le parole del suo stesso direttore, il fisico Roberto Cingolani, conferma la non eccezionalità dal punto di vista quantitativo della ricerca portata avanti: circa 1.1 pubblicazioni annuali per ricercatore. In linea quindi con i centri di ricerca universitari pubblici che però hanno spesso un 1/5 o di meno dei sovvenzionamenti pubblici da destinare a ricerca dell’ente genovese che, va ricordato, è retto da una fondazione come ente di diritto privato, a differenza dei suoi competitor.
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